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di Eleonora Martini

Il Manifesto, 8 dicembre 2023

Intervista all’ex deputata Pd Anna Paola Concia, che coordinerà il progetto del ministro dell’Istruzione. “Non mi sento la foglia di fico del governo, perché Valditara a questo programma ci crede davvero, lo so. E poi così almeno inizieremo a lavorare davvero per le donne”. Dopo la circolare inviata ai dirigenti scolastici per sollecitare in ogni scuola momenti di riflessione e confronto tra studenti e insegnanti a partire dal discorso pronunciato da Gino Cecchettin ai funerali di sua figlia Giulia, uccisa dal suo ex fidanzato, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha spiazzato di nuovo annunciando: “Il progetto “Educare alle relazioni” sarà portato avanti da tre donne e la coordinatrice è Paola Concia”, ha detto ieri in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. L’avezzanese Paola Concia, una vita nel centrosinistra, da militante del Pci a deputata Pd, sposata con la psicologa e criminologa tedesca Ricarda Trautmann, ha abbandonato la politica di partito da tempo e vive con sua moglie a Francoforte. Ma il suo curriculum di attivista femminista e a favore dei diritti della comunità Lgbtqi+ è inossidabile, così come il suo rapporto con l’Italia.

Paola Concia, come mai Valditara ha chiesto proprio a lei di coordinare questo progetto?

In realtà lavoriamo insieme già da un anno. In qualità di coordinatrice del Comitato organizzatore di Fiera Didacta Italia, che è uno spin-off di Fiera Didacta Germania, l’evento più importante sul panorama internazionale sull’innovazione della scuola e dedicato agli insegnanti, il mio partner principale è il Ministero dell’istruzione italiana. Di Didacta Italia sono un po’ la mamma, ho fatto la prima edizione sette anni fa. Quindi è già da un anno che ragioniamo su questo progetto. Io sono una femminista, e il ministro Valditara lo sa benissimo. Conosce la mia storia. Per quanto mi riguarda, io non sono più iscritta ad alcun partito da tempo ma la penso esattamente come allora. Oggi, con Didacta, mi dedico ad un’attività che si può considerare servizio pubblico. E che reputo molto “politica”.

Come sarà strutturato il progetto “Educare alle relazioni”?

Ci stiamo ragionando in un gruppo ristretto, insieme a donne bravissime. Bisogna ripensare le relazioni tra gli uomini e le donne alla luce della libertà femminile. A partire dalla libertà delle donne bisogna costruire un nuovo modello di relazioni. E il fatto che Valditara parli di “lotta al maschilismo”, come ha fatto oggi, ci fa capire che usiamo le stesse parole, e dunque condividiamo gli stessi concetti.

Come si educa alle relazioni, bastano delle ore di lezione inserite magari tra le nozioni di educazione civica?

No, niente educazione civica. Sarà un’attività interdisciplinare alla quale parteciperanno attivamente anche gli studenti. I docenti dovranno essere formati, ma poi non insegneranno frontalmente: saranno, diciamo, dei referenti per gli studenti. Dei modelli.

Si interverrà solo sugli studenti delle scuole superiori, secondo il progetto. Ma per educare non bisogna cominciare prima?

Si partirà dalle scuole superiori, per ora, ma il ministro ha già comunicato che intendiamo lavorare fin dalla scuola primaria. E proprio in questi giorni ci stiamo ragionando su.

Avete preso a riferimento un qualche modello che all’estero abbia già dato buoni frutti?

Guardi, l’educazione all’affettività viene praticata nelle scuole tedesche già dagli anni Settanta, così come da tempo lo si fa in altri Paesi del Nord Europa. Ci documenteremo e confronteremo anche con altre esperienze europee, ma noi puntiamo ad un modello tutto italiano. Ci sono 15 milioni di euro stanziati attraverso i Pon (Programma Operativo Nazionale del Miur, ndr) per la formazione. E noi stiamo correndo per farlo cominciare il prima possibile.

Non si sente un po’ la foglia di fico di un governo che parla tanto ma fa molto poco per le donne?

No, perché in questo progetto Valditara ci crede davvero. E, su questo, io ci sto. Perché, appunto, così cominciamo a fare qualcosa per le donne.