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di Luca Bergamin

Corriere della Sera, 25 agosto 2023

Formazione e lavoro con la Social Food Corporation nel laboratorio in cui i detenuti del carcere di Borgo San Nicola prossimi alla scarcerazione già realizzano le orecchiette, le confetture, alimenti salati e dolci della tradizione.

Il latte di mandorla nel Sud Italia non costituisce soltanto una bevanda rinfrescante, bensì anche e soprattutto un elisir di lunga vita frutto di una tradizione agricola che risale al un passato povero e dignitoso. Va preparato con cura e perizia, specialmente se lo si accompagna a un altro storico alimento liquido imprescindibile quale il caffè. Ecco, dunque, che il progetto messo in atto da un anno a questa parte con notevole successo da Social Food Corporation, dopo una prima fase sperimentale, ha incontrato il favore di tanti consumatori, nonché estimatori e sostenitori dell’importanza di dare una seconda possibilità e una prospettiva futura ai detenuti prossimi a lasciare il carcere per decorrenza dei termini di detenzione. Ristrutturato un caseggiato adiacente alla ex casa circondariale minorile di Lecce, accanto al laboratorio in cui i detenuti cesellano con le loro mani le orecchiette, le confetture, alimenti salati e dolci tra cui conserve e sughi, di concerto con il Ministero della Giustizia, essi si dedicano anche al latte di mandorla.

Il numero dei soggetti coinvolti in questa attività è più sempre in aumento: essi prendono inizialmente parte a un corso di formazione, per apprendere le tecniche e l’arte della pasticceria sotto la direzione di Davide De Matteis, titolare del Bar 300mila e promotore di questa iniziativa concreta volta a propiziare il ritorno alla vita libera e il reinserimento nella società. “Destiniamo i proventi di queste attività a cause umanitarie, quali ad esempio l’Unicef impegnato ad aiutare i bambini colpiti dalla Guerra in Ucraina - spiega De Matteis - perché crediamo fortemente che lavorare per una causa giusta possa sensibilizzare e responsabilizzare doppiamente le persone che hanno sbagliato, ma adesso sono prossime alla libertà e a lasciare le celle del carcere di Borgo San Nicola”.

Entrare nella fucina-laboratorio dei detenuti pasticceri significa incontrare i loro sorrisi, intercettare sui volti la gioia di avere imparato un mestiere, assistere a un lavoro di team che mai queste persone si sarebbe aspettate di poter nuovamente compiere nella loro vita stravolta dai reati commessi. Adesso anche gli avventori sanno che quando bevono alcuni sorsi dell’amato latte di mandorla, regalano momenti di spensieratezza e speranze a chi lo ha prodotto, imbottigliato e confezionato su iniziativa di Social Food Corporation.