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di Ornella Favero*

Ristretti Orizzonti, 24 aprile 2024

Gentile dottor Russo, il ministro della Giustizia il 27 marzo al Question Time alla Camera ha comunicato che è stato istituito un Gruppo di lavoro multidisciplinare per studiare le modalità di attuazione dei colloqui intimi delle persone detenute con la persona convivente non detenuta, che la sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale ha reso possibili, anzi necessari. Quando, come Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, l’abbiamo incontrata online il 16 febbraio, abbiamo sostenuto con forza che il primo tema che ci sta a cuore è la tutela degli affetti, che decliniamo in particolare con gli obiettivi della liberalizzazione delle telefonate e della messa a regime dei colloqui intimi, sottolineando l’urgenza di garantire questo diritto e chiedendo di essere chiamati a far parte del Gruppo di lavoro che dovrà occuparsi di questa questione.

Ribadiamo allora questa richiesta, perché il ruolo del Volontariato è anche quello di promuovere il confronto, di condividere proposte innovative, di essere una realtà credibile, competente, pronta a dare il suo apporto in tutti gli ambiti della vita detentiva e dei percorsi rieducativi. E quello degli affetti è un tema centrale da questo punto di vista, e anche uno dei pochi modi per contrastare la tragedia dei suicidi.

Dei suicidi poi si continua a parlare troppo spesso come di qualcosa di ineluttabile, di un male per cui è quasi impossibile fare prevenzione: anche su questa questione, e sui numeri sempre più drammatici che la caratterizza, sappiamo che è stata creata presso il Dipartimento una Task force multidisciplinare. Non crede che anche in questo caso al Volontariato non si debba chiedere semplicemente di “esserci”, ma sia importante riconoscerne il ruolo, chiamandolo a far parte di quegli ambiti in cui si parla della vita delle persone detenute, e si cercano i modi per contrastare il rischio suicidario?

Nel corso del nostro incontro avevamo poi parlato dell’importanza di avere con lei un appuntamento non saltuario, ma caratterizzato da una periodicità che ci permettesse un confronto vero e non occasionale. Siamo ora a chiederle di dare seguito a questo impegno, fissandoci un secondo incontro online.

I temi sono quelli già accennati, riguardanti prima di tutto gli affetti e la sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale. Ma sottolineiamo anche la necessità di una riflessione a proposito della Circolare sulla media sicurezza, che parla molto del ruolo del volontariato, ma per ora si è tradotta nella chiusura di troppe sezioni, nessun ampliamento degli orari delle attività, nessuna formazione specifica riguardante il trattamento dei detenuti collocati nelle sezioni ex art. 32. Collegata a questa circolare, c’è poi quella più recente sui trasferimenti, che sta accentuando un clima conflittuale e che ci fa pensare che sia urgente trattare anche questo tema, insieme a quello dei procedimenti disciplinari, e ragionare su una proposta cara al volontariato, che è la proposta di affrontare i conflitti in carcere trovando degli strumenti nuovi, come quelli della mediazione e della giustizia riparativa.

Un altro ambito di intervento significativo del Volontariato è quello della sensibilizzazione e dell’informazione, temi cruciali oggi, perché serve davvero un cambiamento culturale forte nella società per vincere l’illusione che pene più dure e tanta galera creino più sicurezza. La Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia propone in tal senso un rafforzamento dell’attività di sensibilizzazione del mondo della scuola con il progetto A scuola di libertà, che chiediamo al DAP di sostenere e diffondere, e promuove a ottobre nel carcere di Opera il Terzo Festival della Comunicazione sulle pene e sul carcere.

Ci sembrerebbe poi particolarmente utile non solo affrontare con lei questi temi, ma avere anche la possibilità di dialogare con i direttori sul ruolo del Volontariato nei loro istituti. In passato abbiamo sperimentato questi incontri a livello regionale, per esempio nel Veneto, oggi la diffusione delle videoconferenze renderebbe più fattibile questo confronto, che le chiediamo con forza di promuovere, anche per provare a dare maggior efficacia alla prevenzione dei suicidi, partendo dalla consapevolezza che, come dice la più recente circolare in materia, sono proprio le attività trattamentali che “contribuiscano in modo determinante alla prevenzione dell’isolamento sociale e del disagio individuale, nel cui ambito sovente maturano i propositi anticonservativi”. Ed è innegabile che gran parte delle attività trattamentali è proposta e gestita dal Volontariato.

Nella speranza che lei accolga la nostra richiesta, e che possa convocare al più presto un incontro online, le porgiamo i nostri saluti.

*Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia e direttrice di Ristretti Orizzonti