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di Andreina Corso

Ristretti Orizzonti, 6 novembre 2022

Da veneziana, mi viene in mente la frase che mia zia Gegia, nomade per vocazione e saggia come una monaca buddhista, pronunciava davanti alle ingiustizie “Amor porta amor, crudeltà distrugge”.

Certo non era una giurista, aveva l’animo della viandante, sapeva appena leggere e scrivere, ma era dotta e intelligente quasi come il celebre Cesare Beccaria, che neppure lui era un giurista, ma un laureato in economia. Mi perdonerà l’accostamento improbabile dottor Carlo Nordio?

Mi soffermo con lei, se troverà il tempo per ragionarci, sulla parola “crudeltà” e mi spiego. Le affido un pensiero che Nietzsche, in una lettera (anche lui), scritta a un amico, parla “della freddezza spietata con cui coloro che vivono in disparte, vengono accantonati, liquidato”. Per interpretare il mondo, ci dice il filosofo tedesco, bisogna saper “ruminare”, perché l’unica forza che ci è rimasta per opporci al caos, è quella della cultura, della ragione.

Avverto nelle parole e nei silenzi degli aderenti alla linea del Governo, un disprezzo della compassione. Lo dice, lo dicono, il piglio giustizialista, l’indifferenza, la cecità nei confronti dei più deboli e sconfitti. Le persone che vivono nelle nostre incivili carceri, non esistono, nonostante i richiami della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha ammonito duramente il nostro Paese per le celle pollaio e per le condizioni e il degrado che vige indisturbati nelle patrie galere italiane.

Come si fa a riabilitarsi, a opporsi alla “banalità del male”, concetto profondo che ha ispirato il libro di Hannah Arendt, quando si vive in una cella buia e angusta, non si vedono i parenti, non si lavora, si macerano pensieri e afflizioni che solo quest’anno hanno provocato, come denuncia l’Associazione Antigone, 74 suicidi. L’articolo 27 della Costituzione, non mi permetto di ricordarlo a Lei, per ovvie ragioni, ma insisto sulla sua mancata applicazione.

 I promotori della tutela della famiglia tradizionale a tutto tondo, non si fanno scrupolo di lasciare uomini donne e bambini al freddo in mezzo al mare. Son lontani, non si vedono. Penoso quel voler verificare chi sono, se sono autorizzati, per la nostra “sicurezza”.

Ministro, abolirà la legge Bossi Fini? E permetterà che famiglie provate dalle difficoltà dei viaggi, stremate dagli stenti vengano divisi, (eventualmente?). Donne e bambini a terra e uomini invece in carcere sulle navi? Per quale reato? L’aver cercato salvezza? “Dio ga un brasso eongo”, diceva ancora la zia Gegia, e se è vero che Dio tutto vede, forse quegli ultimi della terra li aiuterà. Forse.

Intanto il suo Governo ha rinnovato il Patto Italia - Libia: complimenti per aver ignorato anche Medici Senza Frontiere che ha dichiarato “A cinque anni dall’accordo Italia-Libia, sono sempre più numerose le prove che dimostrano come le politiche di contenimento dei flussi migratori perpetuino violenza, respingimenti, sfruttamento e detenzione arbitraria e alimentino nel Mediterraneo il numero delle morti in mare e ci appelliamo a Lei, Presidente Mattarella affinché l’Italia torni a rispettare gli obblighi di protezione e assistenza delle persone. Presidente, chieda al Parlamento di cancellare gli accordi Italia-Libia. Intesa mai ratificata dallo stesso Parlamento, ma la cui attuazione ha creato un sistema di sfruttamento, estorsioni e abusi cui sono sottoposti migranti e rifugiati in Libia”.

Evidentemente il ‘ruminare’ di Nietzsche non ha interessato i membri di questo Governo, perché la pazienza del brucare, assaporare e assimilare la terra e i suoi umori, per capire e condividere, è stata ignorata. E sostituita con l’ostinazione di chi ha alzato la voce e poi un muro, e relegato i più deboli all’abbandono, all’indifferenza e all’invisibilità. In fondo sono solo detenuti colpevoli: carta straccia. Faccia qualcosa, per piacere, giudice Carlo Nordio, per arginare questa deriva, affinché questo impoverimento culturale e umano non ci invada rendendoci ancor più sordi e ciechi nei confronti dei nostri simili.