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di Martina Seleni

Il Piccolo, 25 ottobre 2023

Premiati i migliori racconti del diciannovesimo Concorso. Tra le partecipanti anche undici autrici da diverse carceri italiane. “Il coraggio di esserci”. La forza di non fuggire e partecipare fino in fondo a situazioni difficili, pesanti, forse drammatiche. È stato questo il tema della XIX edizione del Concorso internazionale di scrittura femminile “Città di Trieste”, iniziativa promossa dal Comune assieme alla Consulta femminile con lo scopo di far conoscere il talento delle donne.

La cerimonia - La cerimonia di premiazione si è svolta martedì pomeriggio in Sala Luttazzi, dove sono stati letti i migliori racconti selezionati dalla giuria, guidata dalla professoressa Cristina Benussi. “Spesso - ha spiegato la presidente del Concorso Carla Mocavero - qui a Trieste si dice “mi fazo din don”, oppure “mi no me intrigo”. Ma questo è un ragionamento sbagliato. Dobbiamo sempre essere in prima linea per la realizzazione di una società migliore, compartecipando al destino degli altri esseri umani. Per questo, abbiamo proposto “Il coraggio di esserci” come fil rouge dell’ultima edizione”.

Il racconto di esperienze reali - Ma come hanno risposto le candidate a questa ambiziosa sfida? “Le scrittrici che hanno preso parte al concorso - ha detto Benussi - si sono messe sulla lunghezza d’onda giusta, e hanno raccontato di un’esperienza reale, che spesso ha implicato il coraggio di opporsi a qualcosa, siano le convenzioni, il disegno politico o il senso comune, per testimoniare a nome delle persone fragili o escluse”. Il premio più importante, quello elargito dalla Consulta, è andato al racconto “Fioi” della scrittrice Maria Grazia Lonza, dedicato a suo padre che nel 1953 dovette abbandonare giovanissimo la sua Istria, per aver salva la vita.

Il Comune di Trieste ha premiato il lavoro della poetessa Diana Mayer Grego, che con il suo “L’amore va oltre ogni ostacolo” descrive con delicatezza la dedizione di una figlia verso la madre malata di Alzheimer.

I premiati - Il Comitato Danilo Dolci ha deciso di insignire Laura Chiabudini che, con il racconto “Oltre la finestra”, parla di una profonda amicizia durante i tempi oscuri in cui Trieste era occupata dal regime nazifascista. E ancora, il Cai XXX Ottobre ha premiato “L’incidente” di Nadia Feroce, mentre il Soroptimist Club Trieste ha indicato “Ti lascio una vocale” di Silvia Pallaver come vincitore del Premio speciale in memoria di Edda Serra. Infine, la targa dell’Associazione “Giuliani nel mondo” è finita nelle mani di Virginia Veruma, autrice de “Il coraggio di tenerti la mano”, mentre “Il Piccolo” ha scelto il racconto “La prima persona” di Lucia Zacchigna.

I racconti dalle carceri - “Ma la sorpresa più grande - ha sottolineato la presidente della Consulta femminile Anna Maria Mozzi - quest’anno ci è giunta dalle carceri: abbiamo potuto leggere ben undici racconti scritti da donne che vivono private della loro libertà, da Trieste a Catania. Ci hanno fatto vivere le loro dolorose esperienze, e ci hanno mostrato il loro coraggio nell’accettare la drammatica contingenza e farne un voucher per il futuro, per una nuova vita. In questo contesto, il Premio Pen Club è andato a “Il coraggio di esserci” di Fortunata Caminiti”. Durante la cerimonia, a tutte le vincitrici è stata distribuita la silloge con i racconti premiati, edita da Luglioprint Trieste con il contributo della Fondazione Casali.

La musica - Le musiciste Julija Cante e Cecilia Bertolini, studentesse della Glasbena Matica, hanno proposto degli intermezzi musicali e le signore Anna Gloria Tetto e Luciana Villi hanno curato le letture. Era presente anche l’assessore alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia Maurizio De Blasio, che ha portato i suoi saluti specificando che “la letteratura femminile in un momento come questo, in cui ci sono molte questioni da risolvere, è importantissima. Certo, non basta un racconto per risolvere i problemi, eppure la scrittura è uno strumento indispensabile per conoscere, comprendere e confrontarsi”.