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di Valentina Baldisserri

Corriere del Mezzogiorno, 14 settembre 2023

“Qui c’è abbandono. Serve più istruzione, non il carcere”. Davide Cerullo e la sua storia di riscatto. Oggi è uno scrittore e a Scampia aiuta i bambini a uscire dal buio con il suo “Albero delle Storie”. Era un camorrista ed oggi è uno scrittore e fotografo affermato. A 14 anni gestiva una importante piazza di spaccio a Scampia, oggi gestisce un progetto per i bambini di Scampia, l’Albero delle Storie. Ha trascorso l’adolescenza con le armi tra le mani, oggi sono i libri il suo pane quotidiano.

È stata proprio la cultura, la lettura del Vangelo mentre da adolescente fu recluso a Poggioreale e poi di tanti altri libri, ad aver salvato Davide Cerullo, 48 anni di Scampia. La sua è una potente storia di riscatto. Un ex camorrista che ce la fa, che si sottrae ad un destino già scritto di vita criminale è già un eroe.

Se poi l’ex camorrista (nel frattempo diventato autore di libri e fotografo) decide di dedicare la sua vita proprio ai giovani di Scampia, di quel territorio così difficile e “maledetto”, allora diventa un esempio. “La cultura è l’unica forma di salvezza. Per questo credo che le misure repressive di cui tanto si parla dopo i fatti di Caivano, servano a poco. Sono la soluzione più facile ma non quella utile”

Davide Cerullo a Scampia gestisce insieme ad altri volontari l’Albero delle Storie, “un laboratorio di vita alternativa dove stiamo sostenendo il cambiamento” - dice. Un fazzoletto di terra nel quale i bambini possono trovare rifugio e “nutrirsi” di bellezza. “Certo, abbiamo bisogno di risorse per crescere, ora l’urgenza è avere degli insegnanti che seguano i nostri bambini. L’analfabetismo è un grosso problema”. Quello che fa è venuto a spiegarlo in Brianza, a Vimercate, ospite dell’associazione La corte dei Girasoli. “Giro l’Italia e incontro tante persone per spiegare cos’è Scampia e cosa facciamo noi per respingere il male - dice Cerullo - quando vado nelle scuole trovo grande ascolto nei ragazzi che hanno sete di sapere ma spesso sentono il vuoto dei tempi”.