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di Fiorenza Elisabetta Aini


gnewsonline.it, 21 settembre 2019

 

Su iniziativa del Tribunale di Genova, e con la collaborazione dell'Ufficio dell'Esecuzione Penale Esterna (Uepe) del territorio, è stato firmato oggi l'Accordo di rete per la messa alla prova. Il documento coinvolge varie parti: la Procura generale presso la Corte d'appello, la Procura della Repubblica presso il Tribunale, la Camera Penale genovese, l'Assessorato alla sanità, politiche socio-sanitarie e Terzo settore, sicurezza, immigrazione ed emigrazione della Regione Liguria, l'Anci Liguria, il Celivo (Centro servizio per il volontariato), la Direzione territoriale dell'Inail e il Forum Terzo Settore.

L'intesa siglata prevede l'immediata istituzione di due sportelli informativi nei tribunali di Genova e Chiavari che vedranno impegnati funzionari di servizio sociale dell'esecuzione penale esterna che risponderanno alle richieste di cittadini, Enti e avvocati sull'istituto della messa alla prova. Altra novità è la creazione di un Osservatorio permanente per il monitoraggio e il miglioramento delle prassi, che definirà meglio anche i ruoli e il contributo che ciascun soggetto può fornire. L'Osservatorio sarà composto da rappresentanti delle parti che hanno siglato l'accordo e si riunirà, su convocazione dell'Uepe, almeno una volta l'anno.

In questo territorio l'istituto della Messa alla prova ha registrato una costante crescita, tanto da contribuire - secondo la nota diffusa - a "quel ribaltamento di prospettiva che riconosce il valore riparativo, rieducativo, socializzante e di contenimento della recidiva di questi percorsi". L'intesa si ripromette di trasmettere alla società civile "il valore della messa alla prova come espressione di educazione alla legalità e di responsabilità verso la comunità, in un'ottica di cittadinanza attiva".

L'accordo si propone, inoltre, di formalizzare la collaborazione già in atto fra soggetti istituzionali, individuando nuovi interlocutori per ampliare una rete che promuova programmi di giustizia riparativa. Al centro del progetto c'è sempre l'attenzione nei confronti della vittima del reato e la ricerca di forme di riparazione del danno che possano andare oltre il risarcimento economico fino a realizzare percorsi di mediazione fra l'autore del reato e la vittima stessa.