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di Stefano Rissetto

telenord.it, 7 agosto 2023

Il programma triennale prevede un finanziamento statale di un milione e 800mila euro con un cofinanziamento di 540mila euro da parte della Regione. Grazie all’adesione di Regione Liguria ai finanziamenti statali della Cassa delle Ammende del ministero della Giustizia, prende il via la manifestazione d’interesse per la coprogettazione di “Vasi comunicanti: dall’esecuzione penale alla rete territoriale del lavoro e del benessere sociale” per la durata di tre anni.

Scopo della coprogettazione, indirizzata agli enti del Terzo Settore presenti sul territorio regionale, è quello di promuovere una visione condivisa un “Ponte tra il dentro e il fuori” tramite sportelli per l’inclusione attiva delle persone sottoposte a provvedimenti penali, sia all’interno che all’esterno degli istituti penitenziari, favorendo il collegamento con i servizi territoriali, l’accesso alle misure alternative alla detenzione e l’inclusione sociale.

Tra le azioni previste, fondamentali sono i percorsi di inclusione socio-lavorativa e attivazione sociale (orientamento formativo, l’accoglienza abitativa e il sostegno alle capacità genitoriali). Prevista anche l’attivazione di azioni di sensibilizzazione della cittadinanza alla giustizia riparativa, mediazione penale e supporto alle vittime di reato. Il programma si sviluppa su tre anni, con un finanziamento di un milione e 800mila euro (600mila euro per ogni annualità) assegnato alla Liguria dalla Cassa delle Ammende, accompagnato con un cofinanziamento di 540 mila euro da parte della Regione.

“Vasi comunicanti è un progetto completo, che punta ad armonizzare e rendere più efficienti le misure e le strutture che si occupano del reinserimento sociale delle persone che hanno procedimenti penali - commenta l’assessore regionale alle Politiche sociali e Terzo settore Giacomo Giampedrone - La Liguria, come dimostra il fatto di aver ottenuto il finanziamento della Cassa delle Ammende, può contare su una vasta esperienza su questi temi: pensiamo al decennale del progetto ‘la Rete che Unisce’, che ha come destinatari persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e prevede, ad esempio, la formazione professionale e l’assistenza ai loro nuclei familiari, oltre a servizi pubblici per il sostegno alle vittime di reato, per la giustizia riparativa e la mediazione penale”.

“L’auspicio - prosegue l’assessore - è che arrivino tante manifestazioni di interesse da parte del mondo del Terzo Settore ligure, in modo da poter lavorare insieme per potenziare l’assistenza e la qualità inclusiva in questo campo, così delicato e fondamentale per ridurre la recidiva”.

Caratteristica principale della misura è proprio la messa a punto di innovativi sportelli, chiamati “Spin Plus”, che faranno da punti di riferimento per la presa in carico di adulti, minorenni e madri con figli al seguito. Divisi in tre categorie (per le iniziative all’interno degli istituti di pena, per quelle di inclusione sociale all’esterno e quelle dedicate il sostegno alle vittime di reato), gli sportelli si avvarranno di personale qualificato, a cominciare dal nuovo profilo del Mediatore di Rete e di comunità, e si occuperanno delle persone sottoposte a procedimenti penali sostenendole in percorsi inclusivi, formativi e lavorativi, oltre ad offrire assistenza e opportunità di giustizia riparativa alle vittime di reato.

Il progetto è stato elaborato grazie alla collaborazione tra il Prap (Provveditorato Regionale dell’amministrazione penitenziaria), l’UIEPE (Ufficio inter-distrettuale esecuzione penale esterna) e il CGM (Centro giustizia minorile). L’avviso pubblico per la co progettazione, completo di tutti i requisiti necessari per partecipare e i dettagli della manifestazione di interesse, sarà pubblicato sul sito istituzionale www.regione.liguria.it.