sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Simona Musco

Il Dubbio, 21 settembre 2023

Zanettin “impone” una riflessione sui virus-spia nel testo di Palazzo Madama sugli ascolti e dà un assist ai forzisti della Camera, decisi ad andare allo scontro. Sono ancora le intercettazioni a far fibrillare il Parlamento. In Senato, dove le opposizioni si sono lanciate contro il forzista Pierantonio Zanettin, intenzionato a cancellare il trojan dai reati contro la Pa, e alla Camera, dove invece lo scontro che si consuma è tutto interno alla maggioranza, con Forza Italia pronta a difendere i propri emendamenti per rendere più garantista il decreto 105, che allarga anche ai reati senza vincolo associativo gli strumenti antimafia.

Il decreto in questione sarebbe dovuto arrivare in Aula a Montecitorio il 22 settembre, ma tutto è slittato a martedì 26, su richiesta dei presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, che stanno esaminando il testo. Il tutto mentre si attendono i pareri del governo sugli emendamenti, previsti per questa mattina. Dalle due commissioni arrivano smentite sulla possibilità di un voto di fiducia, ma i tempi sono strettissimi, essendo necessario convertire il Dl entro il 9 ottobre, pena la decadenza. E questo potrebbe essere l’asso nella manica di Giorgia Meloni, dato il tentativo andato a vuoto di convincere Forza Italia a ritirare le proprie proposte di modifica. Come rivelato ieri dal Dubbio, infatti, gli azzurri non vogliono cedere di un millimetro, non solo sulla retroattività della norma che riguarda le intercettazioni, ritenuta incostituzionale dagli azzurri, ma anche sulla riduzione del ricorso all’uso dei trojan per i reati di minore gravità, compresi alcuni contro la pubblica amministrazione. Un’idea che non piace a Fratelli d’Italia, che sta tentando di convincere gli alleati a fare un passo indietro, senza riuscirci. Così una mano è arrivata da un altro forzista, Zanettin appunto, che nell’altro ramo del Parlamento ha messo a segno il colpo nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle intercettazioni: la commissione Giustizia ha infatti approvato la relazione finale (di cui il Dubbio ha già dato conto), con l’integrazione voluta dal senatore forzista, in base alla quale si chiede “un supplemento di riflessione su modalità e condizioni di utilizzo del trojan per reati di minore gravità”, consentito dalla legge Spazzacorrotti. Un’aggiunta non gradita da Pd, M5S e Avs, che hanno votato no al documento di Zanettin. A schierarsi con la maggioranza, invece, è stato Ivan Scalfarotto di Italia Viva. “Con un vero e proprio colpo di mano, la maggioranza ha cambiato il testo finale della relazione sull’indagine conoscitiva sulle intercettazioni, introducendo un inedito paragrafo in materia di trojan”, hanno commentato i dem Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli, Anna Rossomando e Walter Verini.

“È una forzatura, del tutto contraria a quanto sentito nelle audizioni, con la chiara finalità politica di contribuire a indebolire la lotta alla corruzione, infaticabilmente perseguita da questa maggioranza. Le audizioni - hanno aggiunto - avevano chiaramente portato a conclusioni opposte: che non c’è oggi un abuso delle intercettazioni, che non c’è un uso smodato dei trojan, che non c’è una emergenza su pubblicazioni illegittime. Se non avessero prevalso nella maggioranza logiche di scambio politico, avremmo concordato su molte delle indicazioni pervenute invece dagli auditi, e in particolare su ulteriori miglioramenti della disciplina e delle garanzie nell’utilizzo di strumenti di ricerca della prova così delicati, compreso il captatore informatico, situati al crocevia di interessi e diritti di natura costituzionale”.

Ma Zanettin non ci sta: nessun colpo di mano all’ultimo minuto, ha replicato a stretto giro, “l’integrazione si è resa necessaria perché la sentenza della Corte di Giustizia in tema di intercettazioni è recentissima, addirittura del 7 settembre scorso, e come osservato dai commentatori più attenti impone al legislatore del nostro paese un “supplemento di riflessione”“. La Corte ha infatti stabilito che solo la lotta contro reati gravi può giustificare ingerenze nei diritti fondamentali, come previsto dagli articoli 7 e 9 della Carta dei diritti dell’Ue. Da qui la necessità di affrontare la questione in relazione ai reati contro la Pa.

Insomma, il clima è caldo. E ad esultare è soprattutto Giulia Buongiorno, presidente della commissione Giustizia al Senato, che ha preteso di incardinare la riforma Nordio a “casa sua” e di indirizzare il governo anche sul tema delle intercettazioni, con la relazione approvata ieri. “Siamo soddisfatti - ha commentato -. Dopo un lavoro approfondito, abbiamo indicato i percorsi da seguire. Un importante punto di partenza che ha cercato di sintetizzare le posizioni di tutti i gruppi, compresi quelli di opposizione. È evidente che si trattava di un lavoro difficile, sia dal punto di vista tecnico sia politico, ma crediamo di aver raggiunto un primo traguardo”. Dalle opposizioni, però, arriva la replica furente, in primis da parte del M5S, che parla di giustizia classista. “Ecco allora qual era il vero obiettivo di questa indagine - afferma in una nota Roberto Scarpinato -, la maggioranza ha svelato le carte: continua la loro marcia per instaurare una giustizia classista in cui si prevedono misure iper-repressive per i cittadini comuni, tanto per fare propaganda, e il semaforo verde per i reati dei colletti bianchi. Dalle audizioni tenute nel corso dell’indagine conoscitiva è emerso con chiarezza come le intercettazioni siano uno strumento investigativo indispensabile, lo ha scritto la stessa presidente Buongiorno nella relazione. In particolare, il trojan è l’unica arma con cui bucare il muro di omertà che protegge i comitati d’affari. Dopo la norma che ha restituito i benefici penitenziari ai condannati per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, dopo il ddl che abolisce il reato di abuso di potere, ora questo nuovo tassello dell’impunità dei colletti bianchi mentre c’è l’assalto alla diligenza del Pnrr e il Codice degli Appalti ha spianato la strada della discrezionalità”.