di Paolo Mastrolilli
La Stampa, 21 settembre 2019
Luis Alfonso de Alba: il tempo dei negoziati è finito. "L'Europa e l'Italia sono protagonisti molto
positivi della lotta contro i cambiamenti climatici, ma abbiamo bisogno che tutti facciano di più. Per centrare gli obiettivi che ci siamo dati a Parigi, gli Stati devono raddoppiare o triplicare gli impegni presi. La fase del negoziato è finita: il vertice sul clima all'Onu avrà lo scopo di accelerare l'implementazione". A trasmettere questo senso di urgenza è l'ambasciatore messicano Luis Alfonso de Alba, inviato speciale del segretario generale Antonio Guterres per il 2019 Climate Action Summit, che incontriamo alla conferenza organizzata alla vigilia del vertice da United for Climate Justice.
Lei ha gestito il negoziato per il Summit, che comincia oggi con l'incontro dei giovani. Cosa sperate di ottenere?
"Il segretario generale Guterres ha posto obiettivi ambiziosi, perché l'emergenza lo impone. Ha chiesto di non costruire più centrali elettriche a carbone a partire dal 2020, e rilanciare gli impegni per arrivare a zero emissioni entro il 2050. Non ci aspettiamo bei discorsi, ma piani concreti. Il summit non è un punto di arrivo, ma l'inizio di un nuovo processo: il tempo dei negoziati è finito, ora bisogna agire. È necessario cambiare in maniera radicale il modo in cui consumiamo e produciamo. Per riuscire a centrare i parametri di Parigi gli Stati devono raddoppiare o triplicare i loro impegni. Governi, imprese e società civile devono dimostrare la leadership con i fatti".
Lei ha lavorato con l'amministrazione Trump, ma non c'è dubbio che l'uscita degli Usa dall'accordo di Parigi abbia complicato il lavoro. L'Europa deve fare di più per compensare?
"La Ue è un grande partner, lo ha dimostrato attraverso l'impegno di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, e centrare l'obiettivo della neutralità entro il 2050. Non tutti i Paesi, ma la maggioranza. Noi speriamo che oltre alle decisioni interne, la Ue svolga un forte ruolo di traino a livello internazionale. Siamo felici di vedere che molti Paesi europei hanno raddoppiato i contributi al Green Climate Fund. Si erano impegnati a Cancun di aiutare i Paesi in via di sviluppo, e stanno lavorando su questioni concrete come i semi più efficaci. È un pacchetto, e ci serve anche che la Ue unisca le sue forze con quelle delle grandi economie dei Paesi in via di sviluppo, perché abbiamo bisogno di Cina, India, Brasile, per avere successo".
Il governo italiano sta discutendo il Decreto Ambiente. Cosa si aspetta da Roma?
"L'Italia è uno dei campioni dell'Unione Europea su questi temi. È stata molto attiva e utile per la preparazione del summit, sta facendo progressi con le fonti rinnovabili, e ha un'intensa collaborazione con i Paesi insulari. Molte iniziative, non solo al livello del governo, ma anche del settore privato. La società civile italiana è convinta dell'urgenza di agire".
Però abbiamo aderito alla nuova Via della Seta cinese, che rischia di aumentare l'inquinamento.
"È un progetto molto ambizioso. La Cina sta sostenendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili in molti Paesi, ma continua anche a costruire le centrali a carbone, e questo deve finire".