di Vincenzo Nigro
La Repubblica, 20 settembre 2019
Un primo passo, in memoria di Sahar. Il governo iraniano ha preso una decisione sicuramente importante: accettando le pressioni molto forti della Fifa, la federazione mondiale del calcio, in Iran le prossime partite internazionali saranno aperte alle donne.
E di sicuro la morte drammatica di Sahar Khodayari ha pesato molto: la donna di 29 anni si era travestita per assistere a una partita dell'Esteghlal, la squadra di Teheran. Riconosciuta fra tutti i tifosi maschi, era stata messa sotto processo. Dopo tre giorni di carcere, quando aveva saputo che sarebbe stata condannata a 6 mesi, Sahar si è data fuoco con la benzina. È morta dopo una settimana in ospedale.
Il suo caso ha scosso l'Iran come un terremoto: le donne, i tifosi di calcio, hanno visto il caso di Sahar semplicemente come un caso di ingiustizia suprema, di distanza fra le regole imposte dalla struttura giudiziario- religiosa e il comune sentire del popolo iraniano. Il ministro dello Sport di Teheran, Massud Soltanifar, ieri ha annunciato che il divieto sarebbe caduto dopo l'ennesima nota di protesta di Gianni Infantino, il presidente della Fifa. Da mesi Infantino rivolgeva appelli alla federazione iraniana per spingere l'Iran a dare seguito ai "ripetuti appelli contro una situazione inaccettabile: la nostra posizione è ferma e chiara, alle donne deve essere permesso di entrare negli stadi di calcio in Iran".
Adesso Soltanifar dice che "abbiamo preparato tutto il necessario affinché le donne, inizialmente solo per le partite internazionali, possano entrare negli stadi di calcio". Allo stadio Azadi di Teheran, dove la nazionale gioca le sue partite, sono stati creati ingressi riservati e toilette separate. Le donne potranno accedere agli spalti, ma in un settore dedicato, per non mescolarsi a gli uomini.
"Non c'è alcuna legge che proibisca alle donne di entrare allo stadio e spero che in futuro potranno assistere anche ad incontri di campionato", ha detto all'Ansa la deputata Tayyebeh Siavoshi, la presidente della Commissione parlamentare per gli affari femminili. Siavoshi è in prima linea a combattere per i diritti delle donne in Iran: per esempio "si è arenato un progetto di legge contro la violenza sulle donne, che il Parlamento ha inviato alla magistratura per la ratifica. Da mesi non abbiamo ancora ricevuto risposta". Come è stato in altri paesi, in Iran il cammino delle donne è ancora lungo.