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di Stefano Taglione

Il Tirreno, 29 agosto 2023

Ratti fra le lenzuola, con le feci dei roditori che accolgono i visitatori sui fasciatoi per neonati pure nel corridoio per raggiungere la sala colloqui: “C’è un’emergenza igienico-sanitaria, bisogna intervenire subito”. È la viareggina Enza Russo, nuora di un detenuto che sta scontando la sua pena nella sezione verde, che protesta per la situazione di degrado del carcere delle Sughere. “Mio suocero - racconta - è ospite del penitenziario da quasi un anno e negli ultimi mesi la situazione è peggiorata. Ha 50 anni, ha avuto due infarti, ha paura di ammalarsi e pure di dormire”. Già, perché proprio qualche settimana fa il familiare “alle 4.30 della notte ha trovato un topo fra le lenzuola del letto, svegliandosi di soprassalto, e chiaramente ora non può certo addormentarsi sereno”.

Ma c’è di più. Perché oltre al racconto del suocero, la donna ha visto il degrado con i suoi occhi. “Io vado a trovarlo spesso - racconta - e nel corridoio subito dopo i controlli con il metal detector, prima della sala colloqui, c’era un fasciatoio per neonati pieno di feci di ratti. Era spaventoso, c’è troppa sporcizia nel carcere e anche il carrello per il cibo non è certo pulito”.

La situazione di emergenza, nei mesi scorsi, era stata segnalata alla direzione anche da alcune sigle sindacali della polizia penitenziaria. Direzione che fra l’altro per molto tempo è stata vacante, complice il pensionamento del dirigente Carlo Mazzerbo, e solo ultimamente è stato nominato un nuovo responsabile. Lo scorso inverno, ad esempio, proprio nell’ex sezione femminile (quella verde) un topo fu ucciso da un detenuto che se l’era trovato in cella, con i ratti avvistati pure nei corridoi dell’infermeria.

Nella struttura di via delle Macchie pure piattole e gabbiani, con questi ultimi che in effetti una mano proverebbero anche a darla, cacciando saltuariamente i ratti. “Da quel che ho capito - prosegue Russo - nelle celle i topi entrano dalle finestrine, per cui succede che la notte “cadano” dall’alto direttamente sui letti. Mio suocero lo ha appunto trovato fra le lenzuola. Lui è nella sezione verde, ma anche dove era prima, nell’area di transito, c’era questa criticità.

Anzi, forse era pure peggio, perché da quel che mi dice tutto era partito da lì. È un incubo, come se lo seguissero”. Un degrado che, quindi, investe anche chi va a visitare i parenti che stanno scontando la pena di reclusione. “La situazione, dal punto di vista igienico-sanitario - conclude Russo - è terribile, non solo per chi è ospite della struttura, ma anche per noi familiari che la frequentiamo. Io i bambini lì non ce li porto, perché non mi sembra minimamente il caso”.