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di Liana Milella

La Repubblica, 13 luglio 2023

I togati di Area: “Dall’esecutivo grave accusa contro la gip del caso Delmastro”. La pressante richiesta della corrente di sinistra a difesa del giudice delle indagini preliminari di Roma, vittima di una aggressione politica, in forza di “fonti anonime”, da parte di Palazzo Chigi e via Arenula, che ipotizzavano una manovra elettorale in vista delle europee.

Il caso Delmastro approda al Csm. Perché, appena iniziato il plenum, la corrente di sinistra di Area, con i suoi sei consiglieri togati, ha chiesto che il Consiglio apra immediatamente la cosiddetta “pratica a tutela” della magistrata di Roma, Emanuela Attura, che nelle sue funzioni di giudice per le indagini preliminari, ha chiesto alla procura l’imputazione coatta per il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove. Per la procura invece Delmastro andava archiviato, perché sebbene le carte sul caso Cospito fossero segrete, tuttavia lui non si era reso conto di questo obbligo di segretezza. Peraltro, proprio il Guardasigilli Carlo Nordio, in Parlamento, aveva sostenuto la tesi che le carte non fossero segrete perché il vincolo di segretezza viene apposto dallo stesso ministero che, a suo dire, non lo aveva fatto. Peccato che - da sempre - i rapporti di Nic e Gom, i servizi segreti che operano nelle carceri, sono segreti, in quanto diretti all’autorità giudiziaria che, a sua volta, indaga su queste informazioni.

È il caso su cui si è scatenata la tempesta politica e l’ennesimo scontro tra Palazzo Chigi, via Arenula, e la magistratura. Il Guardasigilli Nordio sta addirittura pensando di modificare, proprio sull’onda di questo caso, i poteri dei giudici per le indagini preliminari, togliendo loro la possibilità di fare l’imputazione coatta. Un atteggiamento che contrasta con l’idea garantista dello stesso Nordio di dare maggiore potere proprio a questi giudici, addirittura portandoli da uno a tre, per controllare e intervenire sul lavoro dei pubblici ministeri.

Ma vediamo che cosa scrivono le toghe di Area in difesa della collega, la gip Attura. Lei sarebbe “stata indebitamente accusata di appartenere a una frangia della magistratura tacciata di svolgere un ruolo attivo di opposizione politica nei confronti del governo in carica, in vista della campagna elettorale per le prossime elezioni europee”. Un’accusa che corrisponde a quanto hanno affermato, con messaggi alle agenzie, le “fonti anonime” di Palazzo Chigi e di via Arenula che parlavano proprio di questo, di una campagna della magistratura scatenata a favore ovviamente della sinistra politica in vista delle europee.

Si può leggere ancora nel comunicato di Area: “Si tratta di una grave e ingiustificata accusa di perseguire, tramite un provvedimento giudiziario, degli obiettivi politici, mettendo in discussione l’imparzialità della decisione e l’indipendenza della magistrata”.

I consiglieri della corrente di sinistra dei giudici Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello riportano integralmente le considerazioni attribuibili alle “fonti anonime” che parlano anche di una decisione “inusuale” valutabile come “una forzatura”.

Ovviamente non si tratta affatto di questo perché, nella dinamica tra il pubblico ministero che chiede una misura cautelare o un arresto o un’archiviazione è prassi che il gip possa intervenire con assoluta ampiezza. Ed proprio la riforma Cartabia appena un anno fa ha ulteriormente ampliato i poteri del gip, il quale adesso può anche ordinare al pubblico ministero di accelerare la sua indagine, di procedere alla decisione sul suo indagato, deve rispettare i tempi, e addirittura può anche stabilire che non ci sono gli elementi per andare al processo. Riforma ovviamente in chiave garantista, che contrasta con la levata di scudi del governo, sia a Palazzo Chigi sia via Arenula, sul caso Delmastro.

Ovviamente il caso è imbarazzante per il governo Meloni perché l’imputazione del sottosegretario, e il processo che ne può conseguire, può comportare anche l’obbligo per Delmastro, un obbligo morale innanzitutto, di lasciare via Arenula, visto che sarebbe contraddittorio avere un sottosegretario che nel contempo si trova sotto processo a Roma.