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di Fabio Rubini


Libero, 20 settembre 2019

 

L'obiettivo del protocollo firmato nei giorni scorsi da Regione Lombardia, Corte d'Appello di Milano e altri enti, è quello di permettere ai malati psichici che hanno commesso reati di poter essere reinseriti nella società dopo adeguate cure. Quelle cure che spesso le carceri italiane non sono in grado di garantire. Con l'aggravante di un rilascio del detenuto, senza garantirne la non pericolosità. "Con questo importante accordo vogliamo prenderci carico di quelle persone che hanno sì commesso crimini, ma lo hanno fatto a causa dei loro problemi psichici e che, se non adeguatamente curati, potrebbero tornare a delinquere", spiega l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera.

Per raggiungere questo obiettivo il protocollo d'intesa prevede due possibili strade da seguire. "Da una parte, per i casi più gravi, c'è il ricorso ai Rems (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza) - racconta Gallera - e poi, per i casi più gestibili c'è il ricorso al ricovero nelle comunità o strutture adibite presenti sul territorio". In entrambi i casi Regione Lombardia, attraverso il proprio sistema sanitario garantirà "un percorso di recupero per provare - nei limiti della malattia, ndr - a mettere il malato in condizione di reinserirsi nella società".

Una necessità, quella del recupero dei detenuti per motivi psichici, che è stata evidenziata anche dal Comitato della Salute Mentale e Dipendenze di Regione Lombardia, che si è insediato pochi giorni fa, del quale fanno parte eccellenze negli ambiti della salute psichica. Il tutto, ovviamente, garantendo la sicurezza di tutti. Questo, sottoscritto con Corte d'Appello di Milano, Procura Generale di Milano, Presidenti dei Tribunali Ordinari, Procuratori presso i Tribunali di Distretto, Provveditore Amministrazione Penitenziaria e Direzione dell'Uiepe (Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna), ha come altro obiettivo quello di fissare un modello operativo in grado di superare quello degli ospedali psichiatrici giudiziari (la cui progressiva chiusura si è conclusa nel 2017).

L'accordo non è il primo che viene siglato dalla Regione, che lo scorso anno aveva siglato un analogo protocollo con la Corte d'Appello di Brescia che, spiegano da Regione Lombardia che "sta dando ottimi risultati: gli psichiatri si sono fortemente impegnati e sono riusciti a coniugare le cure e il rapporto fiduciario con i pazienti, con le esigenze della tutela". Ovvio, esportare questa esperienza su un'area ben più vasta come quella della Città Metropolitana, appare molto più complessa, ma "la certezza e la determinazione di operare nel senso giusto, porteranno sicuramente i risultati auspicati".