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di Maurizio Guccione

La Nazione, 6 agosto 2023

È un rapporto che deve far riflettere quello pubblicato dall’Associazione “Antigone” che, con sede a Roma, è impegnata da molti anni nella tutela dei diritti del sistema penitenziario e penale del nostro Paese. Il diciannovesimo rapporto, presentato qualche settimana fa su dati forniti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, analizza l’intero anno 2022 che l’associazione definisce senza mezzi termini come “un anno da dimenticare”.

Nella nostra città è presente la Casa Circondariale di San Giorgio, posta in pieno centro storico, nella silenziosa via San Giorgio. Un’ubicazione oggi anacronistica, come più volte è stato sottolineato. Su questo, ripetutamente e nel tempo, alcuni esponenti politici hanno avanzato la proposta di prevederne il trasferimento al di fuori delle Mura, ipotizzando anche il recupero dell’attuale struttura. La Casa circondariale lucchese, al momento della visita ospitava 67 detenuti mentre la capienza regolamentare è di 62. Il numero delle persone detenute, ma in semilibertà, era di 12 unità.

Durante l’ispezione, la totalità era costituita di soli maschi con una percentuale di stranieri del 52,2%. Nel rapporto di “Antigone”, vengono passate al setaccio le condizioni del carcere: una fotografia che riguarda l’ultima visita effettuata il 18 giugno dello scorso anno. Vediamo che cosa contiene il rapporto di “Antigone”. Nelle sezioni ordinarie, le “camere di pernottamento” sono da due persone, dotate di bagno in spazio separato. Le docce sono al di fuori, con accesso garantito nei momenti di apertura. Il rapporto dell’Associazione che si occupa di monitorare lo stato di salute delle carceri nell’ottica della garanzia del sistema penitenziario, prevede la verifica delle condizioni in cui si vive all’interno.

A Lucca, per esempio, nelle celle visitate non sono garantiti 3 mq calpestabili per ogni persona, mentre tutte le celle visitate hanno il riscaldamento che risulta essere funzionante. Non è invece garantita l’acqua calda. I servizi sanitari sono collocati in ambienti separati, ma non è presente la doccia. Non risulta, peraltro, la separazione dei “giovani adulti” dagli adulti. Esiste uno spazio dedicato a scuola e formazione, ma non vi sono spazi per le lavorazioni. È presente un locale di culto ma, secondo il rapporto, “non per detenuti non cattolici”. I detenuti possono accedere, settimanalmente, alla palestra. Vi è una biblioteca frequentata, si legge nel rapporto, anche come spazio comune di sala lettura e aula studio.

Passiamo adesso al personale. Secondo il rapporto, “la polizia penitenziaria prevista è di 93 unità, ma quella effettivamente presente ammonta a sole 77 unità”. La pianta organica prevede due educatori che nel momento della visita risultavano presenti. È riportata inoltre la presenza di “ministri di culto diversi dal cappellano cattolico”. I volontari sono 48 e, secondo Antigone, il magistrato di sorveglianza entra in Istituto almeno una volta al mese. I colloqui si svolgono tutti i giorni, eccetto la domenica, ed è possibile prenotare il colloquio via telefono e di persona.

Attualmente la Casa circondariale di Lucca è diretta dalla dottoressa Santina Savoca. Infine, il Rapporto “Antigone” sottolinea che “a fronte della chiusura di due delle quattro sezioni previste, le sezioni detentive ordinarie rimangono due; a queste si aggiunge la sezione destinata alle persone con disabilità, all’interno della quale sono ospitati anche coloro in articolo 21 e in semilibertà”.