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foggiatoday.it, 21 aprile 2023

Ha fatto scalpore e rumore la testimonianza di Giovanni, ex detenuto del carcere di Lucera, rilasciata nel corso della puntata di “Radio Carcere” condotta da Riccardo Arena, andata in onda il 13 aprile. Per l’ex recluso, l’istituto penitenziario sarebbe “come un orrore” e “un tugurio”. Le celle sarebbero più piccole e non verrebbe garantito il minimo dei tre metri quadri stabiliti per ciascun detenuto: “Siamo come schiavi e zombie, senza acqua calda, senza bidet, con un lavandino piccolo”.

Inoltre, aggiunge, “il bagno non è coperto ed è a vista, si sente la puzza mentre dormiamo e mangiamo, è una porcheria. La notte dobbiamo aprire le finestre, anche quando fa freddo, c’è una puzza enorme, non c’è igiene, non c’è niente. La privacy non esiste, ci trattano come animali, come bestie. Devi sentire anche la puzza dell’altro, che è una cosa che dà molto fastidio”. E ancora, “le celle sono piene di formiche, non c’è igiene. Le persone mangiano, non lavano ed è normale che escono formiche e scarafaggi”.

Per Giovanni la struttura andrebbe ristrutturata: “Ci sono i fili volanti, i tubi dello scarico dei piani superiori, non c’è un termosifone, una lampada adeguata, le bilancette sono rotte. Il pavimento si muove specialmente al secondo piano. La lavanderia è a pagamento e ci sono persone che non hanno soldi e rimangono con i panni sporchi”, che “lavano solo con l’acqua sotto la doccia”.

Non funzionerebbero bene nemmeno gli apparecchi televisivi, mentre la doccia pare si possa fare soltanto dopo le 15. “Ci danno le gocce, per passare la giornata nell’inferno, la riabilitazione del carcere di Lucera è quella di far diventare zombie i detenuti” denuncia. “Non ci vogliono inserire. L’unica cosa è la scuola dalle 9 alle 11.30”. I detenuti avrebbero effettuato reclamo anche al magistrato di sorveglianza. “Non ci ha mai risposto”. Il racconto di Giovanni prosegue: “Le docce in comune sono spregevoli, non c’è una doccia che funziona, nemmeno lo scarico. Puzza sempre di muffa, non vengono nemmeno pulite bene”. L’ex detenuto ha avuto da ridire sulle modalità di lavoro degli educatori e degli agenti penitenziari; e ha avanzato dubbi sui soccorsi ai reclusi che si sentono male. “Non auguro a nessuno di passare quello che ho passato io in quel carcere. Se lo chiudono è meglio, diventano tutti zombie li dentro”.

Dopo questa puntata Maurizio Portaluri, medico di Brindisi, Vito Totire, medico di Bologna, Michele Lospalluto, infermiere di Altamura, Riccardo Ierna, psicologo di Latiano e Gino Stasi, educatore di Mesagne, hanno scritto al Presidente della Regione Puglia e al sindaco di Lucera: “Oltre le frequenti denunce che abbiamo fatto sulle carceri pugliesi, prendendo spunto anche da luttuosi fatti di cronaca, abbiamo tentato di raccogliere informazioni attraverso altri canali (per esempio chiedendo di acquisire i riscontri delle visite che le Asl devono fare ogni sei mesi negli istituti di pena), ma non abbiamo mai ricevuto risposta e quindi “Radio Carcere” rimane, per noi, la fonte di informazioni più esaustiva.

Le condizioni attuali esigono una dichiarazione di inagibilità igienico-sanitaria ed edilizia e un provvedimento dunque di chiusura immediata; ogni struttura ricettiva nello stato che è stato descritto sarebbe destinataria di un provvedimento di chiusura per iniziativa di concerto tra Asl e sindaco in veste di autorità sanitaria locale; le carenze socio sanitarie riferite sono intollerabili in una società civile: precarietà delle condizioni igieniche, sovraffollamento (150 persone recluse), carenze socio-assistenziali (soli tre educatori…); chiediamo dunque la dichiarazione di inagibilità e intanto chiediamo di acquisire copia del rapporto delle visite relative al primo e secondo semestre 2022 al fine di confrontare i riscontri della Asl con i contenuti dell’intervista rilasciata a Radio Carcere”.

Quali invece le prospettive future per Lucera? “La questione è aperta, quello che non è tollerabile è la eventuale procrastinazione dello status quo. In mancanza di segnali istituzionali dobbiamo chiedere alle persone recluse di ponderare la proposta di inviare una segnalazione alla Corte europea dei diritti dell’uomo al fine di propiziare il superamento delle attuali disumane condizioni. Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà a respingere ogni tendenza alla rimozione ed all’assuefazione alle ingiustizie. Superare le condizioni attuali del carcere non è soltanto una questione umanitaria che riguarda le persone recluse, ma è nell’interesse di tutta la comunità in quanto una gestione degli istituti coerente con la Costituzione è la migliore premessa per la prevenzione della recidiva e per l’incremento di livelli adeguati di coesione sociale, a vantaggio di tutti”.