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di Elena Stancanelli

La Stampa, 27 luglio 2023

A cosa servirà aver reso la gestazione per altri un reato universale? Non a vietarla, perché in Italia è già vietata da quasi vent’anni. A punire chi se la procura all’estero e poi torna qui col figlio o la figlia? Neanche, perché il nostro codice penale prevede che un reato compiuto all’estero per essere perseguibile deve essere considerato reato anche nel paese in cui avviene (quello cioè dove ovviamente non è vietato, visto che i futuri genitori ci si sono recati proprio per quella ragione). Quindi? Si tratta, semplicemente, di una intimidazione. A chi ha già avuto e a chi intende avere un figlio attraverso questa pratica - ripeto, in paesi dove questa pratica è legale - viene detto: voi non ci piacete. E quando tornerete qui questo governo cercherà in tutti i modi di rendere complicata la vita a voi e a quel figlio, inventando sempre nuovi ostacoli da saltare.

È questo che desideriamo dalla politica? Che perda tempo a produrre inutili manifesti per la disapprovazione? Di questo reato universale Giorgia Meloni ne ha fatto una battaglia, il governo avrà diritto di rivendicarlo come un suo successo. Ma il Pd? Si è diviso, ha perso tempo, è arrivato alla votazione spompato e senza una linea. Da domani si ripartirà a capire da che parte stare, cercando di mediare tra opposte posizioni.

A chi è servito questo voto? A nessuno, non a chi ha già figli nati con la Gpa, non a chi ha in mente di farne, che non si lascerà certo scoraggiare da questa buffonata, non a tutti noi altri, con o senza figli. È servito molto a questo governo, questo sì, che con la collaborazione del Pd ha ottenuto di vincere una battaglia ideologica inutile ma molto spendibile. Ma la Gpa è di destra o di sinistra? Non siamo riusciti a capirlo, ma sento di poter dire che trasformarla in un reato universale è certamente di destra. Così come è, o dovrebbe essere di destra, l’automatismo per cui di fronte a ogni complessità si grida “inaspriamo le pene” come una formula magica che dovrebbe spalancare chissà quale porta e far sparire in un buco il crimine in questione.

Cinquant’anni fa in questo paese si sono fatte due battaglie epocali, per questioni che riguardavano, soprattutto, le donne: il divorzio e l’aborto. Due battaglie che sono state vinte con l’aiuto di tutte le forze democratiche e progressiste, a partire dai radicali, insieme al femminismo e alle avanguardie intellettuali, compresa parte dell’informazione. Adesso goffamente divise su entrambe le questioni che riguardano il nostro tempo: il fine vita e la Gpa. Siamo paralizzati. Ci sembra di spingere troppo in una direzione pericolosa, di avallare chissà quale mostruosità. Siamo come quelli che votarono contro divorzio e aborto perché li ritenevano un’aberrazione, la fine del mondo. Abbiamo perso la capacità di distinguere tra quello che faremmo noi e quello che non abbiamo il diritto di impedire di fare. Nel dubbio, facciamo quello che dice Fratelli d’Italia.