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di Davide Madeddu

Il Sole 24 Ore, 2 novembre 2022

Il precedente drammatico primato era del 2009 quando al 31 dicembre si erano suicidate 72 persone. Settantaquattro suicidi in 10 mesi. Per le carceri italiane è il dato più triste e drammatico degli ultimi 13 anni con i numeri più importanti a Foggia e San Vittore a Milano. A raccontare questa triste conta è Antigone, l’associazione che si occupa dei diritti dei detenuti che svolte l’attività anche con l’osservatorio sulle condizioni dei detenuti, un organismo che si occupa, tra le altre cose, di analizzare e fare il punto su quanto avviene dietro nelle strutture penitenziarie, con focus anche sui suicidi.

Dato peggiore dal 2009 - Ad allarmare i rappresentanti dell’organizzazione presieduta da Patrizio Gonnella, è proprio il numero delle persone che negli ultimi dieci mesi si sono tolte la vita in carcere. Storie distinte e differenti su cui gli esperti fanno un’analisi precisa. “Si tratta del numero più alto “a quando si registra questo dato - scrivono nel documento relativo al punto sulla situazione al primo novembre -. Il precedente drammatico primato era del 2009 quando al 31 dicembre si erano suicidate 72 persone. Oggi, a fine anno, mancano ancora due mesi”. Non solo, un altro elemento sottolineato dal documento dell’associazione riguarda un altro fatto: “Quando nel 2009 si suicidarono 72 persone, i detenuti erano circa 7.000 in più”.

Una percentuale preoccupante - Per valutare il tasso dei suicidi i rappresentanti dell’associazione hanno preso in considerazione la media dei detenuti, pari a 54.920 e il numero dei 65 decessi avvenuti sino a settembre. Risultato? “Il tasso di suicidi è oggi pari circa a 13 casi ogni 10.000 persone detenute: si tratta del valore più alto mai registrato. In carcere ci si uccide oltre 21 volte in più che nel mondo libero”.

Altro dato preoccupante, a leggere il documento dell’associazione, quello che riguarda la popolazione femminile. Quest’anno si sono uccise cinque donne, mentre nel 2021 e nel 2020 era state due. Nella mappa sugli eventi tragici sottolineati dall’osservatorio, “le Case Circondariali di Foggia e di Milano San Vittore restano i due istituti con il maggior numero di suicidi nel corso dell’anno, con quattro decessi ognuna. Seguono con tre decessi, gli istituti di Roma Regina Coeli, Monza, Firenze Sollicciano, Torino e Palermo Ucciardone.

Necessario fermarsi e capire - Per Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione, la situazione merita una riflessione importante. “Di fronte a questo numero impressionante di suicidi bisognerebbe fermarsi tutti e provare a capire il perché - dice -. Sicuramente il sistema penale e penitenziario avrebbe bisogno di una iniezione di umanità e modernizzazione. Altro che mettere tutti in galera, compresi i nostri giovani”.

Le proposte - Premettendo che ogni storia è un caso a sé i rappresentanti dell’associazione ricordano le proposte avanzate per arginare questo fenomeno. Con iniziative che possono passare da percorsi alternativi alla “detenzione intramuraria per chi ha problematiche psichiatriche e di dipendenza” e inoltre interventi per limitare senso di isolamento e marginalizzaione. “Andrebbe poi garantita particolare attenzione al momento dell’ingresso e dell’uscita dal carcere, entrambe fasi particolarmente delicate e durante le quali anche quest’anno sono avvenuti numerosi casi di suicidio - è una delle proposte dell’associazione. L’introduzione alla vita dell’istituto deve avvenire in maniera lenta e graduale, affinché la persona abbia la possibilità di ambientarsi alla nuova condizione e il personale il tempo necessario ad identificare eventuali problematiche e fattori di rischio”.