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di Marco Birolini

Avvenire, 31 marzo 2024

L’allarme degli Uffici giudiziari: in aumento i reati degli under 18 che arrivano da soli in Italia. E, denuncia Save the Children, è in forte crescita il numero di quelli che spariscono nel nulla. “È ormai più che drammatica la situazione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, il cui numero esorbitante e in crescita inarrestabile ha messo in ginocchio il sistema regionale di accoglienza e ha reso quasi impossibile il puntuale controllo delle loro condizioni di vita e la tempestiva attivazione delle procedure di tutela, regolarizzazione e integrazione”.

Il 27 gennaio scorso, durante l’apertura dell’anno giudiziario, il procuratore generale di Bologna Paolo Fortuna descriveva così, impietosamente, il quadro dell’accoglienza under 18, spiegando che in un anno le presenze sul territorio erano salite da 1.562 a 2.154. Una situazione di fatto fuori controllo, che si ripete quasi in fotocopia in tante altre grandi città del Nord. A Milano il presidente della Corte d’appello Giuseppe Ondei, nella stessa giornata, rilevava “un incremento del numero di reati commessi dai minori stranieri non accompagnati, quasi tutti infrasedicenni”, sottolineando, oltre ai delitti contro il patrimonio commessi da soggetti non imputabili, anche “il costante aumento di minori autori di reati connessi all’assunzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti”. Un allarme che trova puntuale riscontro nelle cronache quotidiane: due settimane fa a Quarto Oggiaro carabinieri e polizia sono intervenuti per far fronte a un’escalation di risse, spaccio e furti provocata da una ventina di minori stranieri arrivati in Italia da soli: alla fine si sono contati sei arresti. L’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha parlato di “una piccola minoranza dei mille seguiti ogni giorno dal Comune che creano danni alle nostre strutture, spaventano e aggrediscono i loro coetanei e altri, rubano e spacciano”. Il Comune ha annunciato un progetto da 3 milioni di euro per tentare di rafforzare la rete dell’accoglienza, aumentando le strutture dedicate e potenziando l’attività di ricerca e recupero di chi abbandona le comunità e sceglie la vita di strada.

Segnali di preoccupazione arrivano anche da Genova: il procuratore generale Mario Pinelli ha evidenziato una crescita del 30% dei processi a carico di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, aggiungendo che il numero dei minori stranieri (per lo più non accompagnati) in un anno è passato da 777 a 1.110 (+43%). Secondo Pinelli “si registra una diffusa estrinsecazione di violenza, resa palese anche dalla crescita di reati quali le rapine. E l’inclinazione criminale dei minori, spesso manifestata contestualmente al loro arrivo in Italia, lascia anche realisticamente ritenere, oltre alla loro aggregazione in pericolose baby gang, anche un concertato instradamento in canali di illegalità gestiti da organizzazioni criminali”.

I delinquenti abituali sfruttano la giovane manovalanza a basso costo per espandere i loro affari sporchi. Gli esempi non mancano. L’estate scorsa, a Modena, un gruppo di pusher tunisini ha riportato condanne fra gli 8 mesi e i 5 anni di carcere: su segnalazione del Comune, la polizia aveva iniziato a monitorare un anomalo flusso di minori tunisini in città, che sparivano subito dopo la loro collocazione nelle comunità. La banda di connazionali li reclutava per l’attività di spaccio, anche fuori dalle scuole. Stesso copione a Padova, dove a metà marzo gli agenti hanno sorpreso un 16enne nordafricano mentre vendeva droga in una via di periferia: hanno iniziato a seguirlo finché ha incontrato un 36enne pregiudicato tunisino. Era lui a consegnargli le dosi e a ritirare l’incasso. Sono storie di sfruttamento che allungano una lista sempre più inquietante: i ragazzini stranieri cedono alla tentazione dei soldi facili e finiscono in una spirale da cui poi è difficile uscire. Si innescano così situazioni di microcriminalità e degrado sempre più complicate da gestire, anche a livello di ordine pubblico. Perché in questo quadro razzisti e intolleranti non vedono l’ora di scendere in campo, ad aumentare problemi e confusione. Pochi giorni fa a Piacenza alcuni skinheads locali hanno srotolato striscioni e distribuito volantini minacciosi di fronte a un hotel affittato da una cooperativa per ospitare minori non accompagnati. La giunta ha segnalato l’episodio ai carabinieri, definendolo “preoccupante”. “Certi termini scaldano gli animi e alzano la tensione” ha ammonito Nicoletta Corvi, assessora ai servizi sociali.

I minori stranieri che arrivano soli in Italia e in Europa sono soprattutto vittime. Tre anni fa Avvenire denunciò ciò che avveniva a Mondragone, dove tre adulti italiani sfruttavano sessualmente i giovani ospiti di un centro di accoglienza. Li adescavano sul lungomare offrendo 5 o 10 euro, qualche birra, ricariche telefoniche o pacchetti di sigarette, poi davano sfogo alle loro perversioni. Finché i “predatori” sono stati arrestati e condannati a 6 anni di carcere. A rendere se possibile ancora più odioso il loro crimine le frasi intercettate, in cui se la prendevano con i migranti e le ong che li assistono. I minori non accompagnati partono dalle loro terre in cerca di un futuro migliore, invece spesso si trovano risucchiati in un incubo peggiore di quello che hanno lasciato. Save The Children monitora il fenomeno e mette in guardia sui dati “in forte crescita”. Nel 2021 i minori stranieri scomparsi erano stati 8.700, l’anno scorso ne sono spariti 17.500 (11.800 non sono ancora stati rintracciati). Sotto la lente c’è un sistema di accoglienza che secondo l’organizzazione “non è ancora pronto e strutturato”: si stima infatti che nell’88% dei casi la scomparsa sia determinata da allontanamento volontario dalle comunità assegnatarie. Una emergenza che, secondo Save the Children “lascia degli spazi in chiaroscuro” e che si verifica non solo in Italia. L’altro fronte, infatti, è la Spagna: nel 2023 si è registrato “un preoccupante aumento degli arrivi di bambini e bambine stranieri” negli sbarchi alle Canarie, che poi raggiungono la Francia e il centro Europa. Che fine fanno? Una domanda inquietante, cui si fatica ancora a dare risposte convincenti.