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di Matteo Castellucci

Corriere della Sera, 9 dicembre 2023

Per l’esercito israeliano si tratta di miliziani di Hamas, “catturati in zone che la popolazione avrebbe dovuto lasciare da settimane”. Secondo la CNN alcuni di loro sarebbero civili. Giovedì 7 dicembre, sui social e online, hanno iniziato a circolare alcune immagini che mostrano alcuni uomini catturati dalle truppe israeliane nel nord della Striscia di Gaza. In questi frame li si vede bendati, inginocchiati, con le mani bloccate dietro la schiena, spogliati dei vestiti e circondati dai soldati dell’Idf.

Il video non è stato diffuso dai militari, ma l’Idf lo ha commentato. La prima versione a riguardo, avvalorata dai media dello Stato ebraico, è che si trattasse di miliziani di Hamas che si erano arresi agli israeliani. La Cnn, dopo aver parlato con parenti e colleghi di qualcuno di loro, sostiene però di poter escludere che fossero tutti miliziani: alcuni di loro sarebbero invece civili, non affiliati a a gruppi jihadisti.

La foto - Il network americano è risalito alla posizione di alcune immagini: proverrebbero da Beit Lahia, circa 6 chilometri a nord di Gaza City. Durante una conferenza stampa, alla domanda di un giornalista israeliano, il portavoce dell’Idf, il viceammiraglio Daniel Hagari, ha parlato di “terroristi di Hamas arrestati durante le operazioni di terra”. La procedura dell’esercito, ha spiegato Hagari, prevede di “investigare chi ha legami con Hamas e chi no. Li arrestiamo tutti e poi li interroghiamo”. Il notiziario panarabo basato a Londra Al-Araby Al-Jadeed sostiene che tra i prigionieri sia finito un suo corrispondente (Diaa al-Kahlout, di cui il Committee to Protect Journalists ha già chiesto il rilascio) e denuncia che si tratti di un metodo, sistematico, con cui l’Idf intende “umiliare i civili” trattandoli come criminali. Lo Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, ong con sede a Ginevra, condanna quelli che definisce “arresti arbitrari”.

Le accuse - Secondo la versione inglese di Al Jazeera, si tratta di un centinaio di persone che si erano rifugiate nelle scuole “Khalifa bin Zayed” e “Nuova Aleppo”, “entrambe affiliate” all’agenzia Unrwa delle Nazioni Unite. C’è una seconda foto con uomini seduti in una via di Gaza City: la testa piegata, anche in questo caso addosso solo la biancheria intima; a poca distanza un cumulo di sandali e scarpe. Potrebbe trattarsi degli stessi della foto “di gruppo”, poi trasportati a bordo di camion militari. Sui social viene molto citata la Convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra del 1949, che vieta “gli oltraggi alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti” per accusare le forze armate dello Stato ebraico di aver violato il diritto internazionale.

La replica del governo - “Stiamo parlando di individui trovati a Jabalia e Shejaiya, due roccaforti di Hamas”, ha detto il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy. “Si tratta di uomini in età da servizio militare che sono stati scoperti in zone che i civili avrebbero dovuto lasciare già settimane fa”. Lo Stato ebraico ha ordinato alla popolazione civile di sfollare verso il Sud della Striscia alla vigilia dell’ingresso a Gaza. Gli islamisti, in quella fase, hanno ingiunto di non partecipare all’evacuazione.

Le aree in cui sono stati presi i prigionieri, rimarcano i comandi, sono quelle in cui sono avvenuti “combattimenti corpo a corpo” con Hamas: secondo Levy, sarebbero miliziani “che si sono spacciati per civili”, nascondendosi in edifici residenziali. Secondo l’Idf, le informazioni raccolte durante gli interrogatori - a cui sarebbero seguite le prime liberazioni di chi ha dimostrato di non avere legami con i fondamentalisti - saranno utilizzate durante il proseguimento dell’offensiva.

Il comitato internazionale della Croce rossa si è detto “preoccupato” di fronte alle immagini: tutti i prigionieri vanno trattati “con umanità e dignità, in accordo alle leggi internazionali”. Per la ong Al-Haq si tratta di “crimini di guerra”. Parole simili arrivano da un ufficiale di Hamas all’estero, Izzat El-Reshiq: l’organizzazione terrorista, però, usa i civili come scudo all’interno della sua strategia di guerriglia.