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di Emanuele Bonini

La Stampa, 27 ottobre 2023

I leader riuniti a Bruxelles approvano le conclusioni sul conflitto arabo-israeliane. L’Unione europea chiede per Gaza “accesso umanitario senza ostacoli” alla popolazione civile di Gaza, “attraverso corridoi umanitari e pause per esigenze umanitarie” quali fornitura di viveri, acqua, cure mediche, riparo e carburante. È questa la formula su cui i capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Ue, riuniti a Bruxelles, hanno convenuto per tentare di alleviare gli effetti del conflitto arabo-israeliano in Medio Oriente. I Ventisette leader si rivolgono anche a Israele e al suo esercito, per chiedere di “assicurare la protezione di tutti i civili, in ogni momento e nel rispetto dei diritto internazionale”. Questo perché l’Ue esprime “preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza” e nella striscia.

Le conclusioni sul Medio Oriente come approvate e concordate dai leader dell’Ue confermano la condanna “nei termini più forti possibili” dell’attacco di Hamas contro Israele, riconoscono una volta di più il diritto dello Stato ebraico di difendersi ed esortano il rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza precondizioni nelle mani di Hamas. Ma soprattutto si mette nero su bianco la disponibilità per rilanciare il processo di pace.

L’Unione europea si dice “pronta a contribuire al rilancio di un processo politico sulla base della soluzione a due Stati”, recitano le conclusioni. In tal senso si dice favorevole e disponibile a sostenere “l’imminente svolgimento di una conferenza internazionale di pace”. In questo processo si pone l’accento sull’Autorità nazionale palestinese (Anp), citata come interlocutore da privilegiare per tentare una normalizzazione della situazione tra le parti e nella regione.