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di Niccolò Carratelli

La Stampa, 16 settembre 2023

La premier annuncia la permanenza nei centri fino a 18 mesi. Alla Difesa il controllo sui rimpatri. Un video di poco più di sei minuti, per dire che sull’immigrazione “non abbiamo cambiato idea” e il governo è pronto a intervenire. Giorgia Meloni prova a uscire dall’angolo. Di fronte all’emergenza di Lampedusa, alla palese inefficacia degli accordi firmati con le autorità tunisine, al difficile coordinamento con Bruxelles e agli attacchi politici che arrivano anche dall’ala leghista della sua maggioranza, la premier decide di mandare segnali chiari.

All’Europa, innanzitutto, chiedendo alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di andare con lei a Lampedusa (la visita potrebbe avvenire già domani) “per rendersi personalmente conto della gravità della situazione e per accelerare immediatamente la concretizzazione dell’accordo con la Tunisia, trasferendo i 250 milioni di euro concordati”. Non solo, Meloni rilancia la proposta di “una missione europea, anche navale se necessario, in accordo con le autorità del Nord Africa - spiega Meloni - per fermare la partenza dei barconi, verificare in Africa chi ha diritto o meno all’asilo, accogliere in Europa solo chi ne ha effettivamente diritto, secondo le convenzioni internazionali”. Un’iniziativa che la premier vorrebbe discutere con gli altri leader nella prossima riunione del Consiglio europeo di ottobre. È un’operazione di difficile realizzazione, ma con un chiaro risvolto comunicativo, visto che richiama il totem elettorale del blocco navale, ormai chiuso in un cassetto di Palazzo Chigi.

D’altra parte, Meloni ha bisogno di mostrarsi reattiva di fronte all’oggettiva situazione di crisi, davanti agli italiani, ma anche ai suoi rumorosi alleati politici. “La pressione migratoria che l’Italia sta subendo dall’inizio di quest’anno è insostenibile, dall’Africa potrebbero arrivare decine di milioni di persone - sottolinea la premier - il governo italiano intende adottare misure straordinarie per fare fronte al numero di sbarchi che abbiamo visto sulle nostre coste”. E, allora, lunedì in Consiglio dei ministri verranno introdotte regole più stringenti, con l’obiettivo di scoraggiare le partenze di chi non ha diritto all’asilo. “Porteremo una modifica del termine di trattenimento nei centri di permanenza per i rimpatri di chi entra illegalmente in Italia - annuncia Meloni - limite che verrà alzato al massimo consentito dalle attuali normative europee, ovvero 18 mesi”. Un inasprimento che non riguarderà i richiedenti asilo, per i quali oggi il termine massimo di trattenimento è già di 12 mesi e non sarà modificato.

Una mossa che rende necessario il “potenziamento dei centri per i rimpatri, in modo che chiunque entri illegalmente in Italia sia effettivamente trattenuto in queste strutture - aggiunge Meloni -. Sarà dato mandato alla Difesa di realizzare nel più breve tempo possibile le strutture, in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili”. Una definizione molto simile a quella di un carcere.

Ma se ci si trova costretti a procedere in questo modo, è il ragionamento di Meloni, è “perché altri anni di governi immigrazionisti ci hanno consegnato una situazione per la quale i posti nei centri sono scandalosamente esigui”. Insomma, secondo la leader del governo a metterci in questa situazione sono gli stessi che ora criticano: “Penso al quotidiano tentativo di alcune forze politiche e influenti realtà di sostenere che la Tunisia sarebbe un regime oppressivo, con il quale non si possono fare accordi - si infervora Meloni - e di dichiarare persino che la Tunisia non sarebbe un porto sicuro, dove non è possibile rimpatriare gli immigrati irregolari o impedire la partenza dei migranti da quelle coste”. Invece, assicura lei, “la strategia del governo italiano è la più seria per risolvere il problema in modo strutturale, però richiede tempo, soprattutto se quel lavoro viene intralciato da interessi ideologici”. In chiusura, Meloni ha due messaggi urgenti. Il primo ai migranti pronti a imbarcarsi verso le nostre coste: “Non conviene affidarsi ai trafficanti di esseri umani e, in ogni caso, se entrate illegalmente in Italia sarete trattenuti e rimpatriati. La nostra situazione non consente di fare nulla di diverso”.

Il secondo agli italiani, soprattutto a quelli che hanno votato Fratelli d’Italia e il centrodestra: “Non abbiamo cambiato idea, lavoriamo ogni giorno per mantenere gli impegni che abbiamo sottoscritto con voi”. La prima a reagire è la segretaria del Pd, Elly Schlein, convinta che “Si stanno scatenando in una gara a chi è più cattivo. Serve una missione europea di ricerca e soccorso, non per bloccare i barconi” attacca, mentre il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni parla di “propaganda”. Plaude invece la Lega, con il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni: “Bene l’annuncio della premier, il governo continuerà a lavorare con serietà e compattezza”.