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di Marco Olivieri

tempostretto.it, 10 dicembre 2023

“InCanti sacri” di Mario Incudine è lo spettacolo in programma martedì 12 dicembre a Messina, abbattendo “barriere e pregiudizi”. La Libera compagnia del teatro per sognare non smette di sognare. E abbatte barriere e pregiudizi. Così i detenuti della Casa circondariale di Messina arrivano fino al Duomo, nella Cattedrale. Detenuti, ex detenuti, professionisti del teatro, della musica e della danza, studentesse dell’Università insieme per “InCanti sacri”. Musiche e parole di pace di e con Mario Incudine, cantante, attore, polistrumentista e regista siciliano. Si tratta di un nuovo progetto, con direzione artistica, di Daniela Ursino. Dopo “Contrada luna” a Tindari, un concerto-spettacolo in programma martedì 12 dicembre, alle 20.30, con l’Orchestra filarmonica di Giostra.

L’iniziativa è stata presentata nel salone di rappresentanza del palazzo arcivescovile dall’arcivescovo monsignor Giovanni Accolla, la direttrice artistica Daniela Ursino, la direttrice della Casa Circondariale di Messina Angela Sciavicco, il direttore della Caritas diocesana don Nino Basile, il direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali monsignor Giò Tavilla, il comandante Gianluca Pennisi, del Nucleo traduzioni e piantonamenti del carcere di Gazzi e Mariangela Bonanno, direttrice di “Studio danza”. C’è stato anche un collegamento telefonico con Mario Incudine (nella foto in alto con Accolla e Ursino).

L’evento è stato fortemente voluto dall’arcivescovo, e ha ottenuto il patrocinio del ministero della Giustizia, all’interno del progetto “Il teatro per sognare”, ideato e organizzato da Ursino in qualità di presidente di D’aRteventi. Un progetto avviato nel 2017, nella Casa circondariale di Messina, con l’obiettivo di mirare alla rieducazione dei detenuti attraverso le arti e i mestieri del teatro. Lo spettacolo è prodotto da D’aRteventi, con il sostegno di Caritas e Uniuversità.

Il concerto-spettacolo - Gli attori della Libera compagnia racconteranno la storia di Gesù nel presepe di San Francesco, in occasione degli 800 anni dalla prima rappresentazione, presentandosi a piedi nudi davanti all’altare, al cospetto del Signore alla presenza dei propri familiari, dei propri figli e al pubblico della città. Un segno che apre al valore della prossimità e accoglienza all’insegna dell’inclusività, quale significativa opportunità per prepararsi al Natale con sincerità di cuore.

Da Accolla alla direttrice Sciavicco: “L’importanza di un progetto che invita a ricominciare” - Se è stato sottolineato l’elemento simbolico dell’incontro in Cattedrale, nel cuore della sacralità per i cattolici, tutti gli intervenuti, compresi gli ex detenuti Antonio e Lorenzo, si sono soffermati sull’importanza del progetto. “Il messaggio è che si può ricominciare, fare tesoro degli errori e ripartire”, ha sottolineato la direttrice Sciavicco. E il teatro aiuta a essere liberi e a trasmettere ciò che si è, in profondità. “I laboratori teatrali sono un impegno che i nostri detenuti attori svolgono con impegno e si crea una grande sinergia con le studentesse di Giurisprudenza e Scienze politiche e i professionisti, senza barriere”.