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di Marina Pagliaro

messinatoday.it, 29 novembre 2024

La docente di diritto penale Lucia Risicato a due mesi dall’incarico affidatole dal comune fa il punto. “A Gazzi non c’è sovraffollamento ma restano tante le urgenze su cui puntare l’attenzione”. Sovraffollamento delle carceri, ma anche mancanza di strutture parallele che accolgano i detenuti con poco residuo di pena, e ancora storie di solitudine e abbandono dei detenuti da parte delle famiglie, mancanza della strumentazione adeguata per il supporto sanitario, necessità di investimento su educazione e formazione. Sono tante le problematiche finite al centro del Coordinamento Nazionale per i Garanti dei detenuti dove di recente è stata anche nominata la garante dei diritti dei detenuti messinese Lucia Risicato.

Da due mesi incaricata dal comune di Messina di tutelarne i diritti in città alla luce anche della carriera pluriennale da docente universitaria di diritto penale, Risicato fa il punto su Messina e la sua provincia e in generale sull’andamento italiano di una delle ferite più esposte dello Stato, quella degli istituti penitenziari, scenario di violenza, morte e abbandono anche da parte delle stesse istituzioni.

“La situazione a Messina è molto meno drammatica rispetto ad altri istituti penitenziari per la gestione oculatissima della casa circondariale di Gazzi dove non c’è sovraffollamento ma dove la struttura risente della mancanza dei lavori di ristrutturazione, del sottodimensionamento del personale - ha detto Risicato - Educatori, personale sanitario mancano e chi c’è fa tutto il possibile per portare avanti le cose. Un tempo la casa circondariale di Gazzi aveva il suo blocco operatorio, apparecchiatura per la tac, strumenti che si sono ammalorati per carenza di fondi e capacità di adeguare i locali”.

Situazioni, queste, che possono portare a casi drammatici, di suicidi e non solo. “Gli episodi drammatici che coinvolgono anche le guardie riflettono un malessere dei detenuti che ricadono sul malessere dei detenenti e si creano situazioni di coesistenza in cui non è più possibile distinguere guardia e ladro, colpevole o custode”, ha spiegato Risicato parlando della situazione generale in Italia. Come insegnano, del resto, i recenti fatti di cronaca e la morte del detenuto messinese nel carcere di Catanzaro su cui è stato aperto un fascicolo dopo la denuncia da parte della famiglia per presunti maltrattamenti sul ragazzo.

“Bisognerà vedere dopo l’autopsia a quali conclusioni arriverà la magistratura - ha spiegato la garante - Avendo conosciuto la situazione personale di questo detenuto giovanissimo, invalido e con gravi problemi di tossicodipendenza e con la madre amministratrice di sostegno viene da pensare che questa situazione rispecchi il dato statistico. Le persone con questi problemi non dovrebbero stare in carcere anche perché i centri terapeutici hanno più di 200 posti liberi a livello nazionale.