sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Tiziano Grottolo

Corriere della Sera, 21 dicembre 2023

Era stato escluso dall’accoglienza trentina. A Trento manifestazione per la chiusura del dormitorio per migranti e clochard. Il sindaco Ianeselli: “Competenza della Provincia ma con tutte queste persone in strada non si può fare finta di nulla”. Abdeljalil Bendaoud è morto a soli 27 anni all’interno di un vagone abbandonato nella stazione di Verona Porta Nuova. Il corpo senza vita del ragazzo marocchino è stato trovato lo scorso 10 dicembre, con ogni probabilità la morte è sopraggiunta a causa del freddo.

Bendaoud era uno dei giovani migranti arrivati in Italia per cercare un futuro migliore, uno dei tanti rimasti esclusi dal sistema di accoglienza. Lo scorso marzo infatti, il 27enne si era presentato in questura a Trento per formalizzare la domanda di protezione internazionale. L’appuntamento era stato fissato per metà maggio ma il ragazzo non disponeva di un domicilio e per questo l’iter si era bloccato. Da quel momento del giovane si erano perse le tracce fino a quando è stato rinvenuto morto a Verona. Da quanto si apprende il suo nome sarebbe persino stato inerito nelle liste d’attesa (lunghissime) per un posto letto in uno dei Centri di accoglienza straordinaria del territorio.

La protesta - Secondo l’Assemblea antirazzista sono oltre 400 i richiedenti asilo esclusi dal sistema di accoglienza: “Questa è una vergogna tutta trentina - attaccano gli attivisti - da troppo tempo la Provincia opera nell’illegalità con prassi che sono studiate per escludere le persone”. Anche per questo, ieri, 20 dicembre, gli attivisti hanno protestato davanti al Comune di Trento per chiedere che siano messi a disposizione più posti letto per chi, soprattutto in queste giornate di freddo, è costretto a vivere in strada.

Non a caso l’iniziativa è arrivata a pochi giorni dalla chiusura del dormitorio di emergenza nel quartiere della Clarina, dove erano ospitate una ventina di persone. “In alcuni casi servono più di sette mesi affinché un migrante si veda riconoscere il diritto alla protezione internazionale, nonostante la norma preveda un massimo di dieci giorni”. Stando alle stime dell’Assemblea antirazzista ad oggi servirebbero almeno 1.100 posti nel sistema d’accoglienza mentre la Provincia li ha bloccati a 700. Nel frattempo gli attivisti hanno contattato le Circoscrizioni per provare a trovare delle soluzioni alternative, incassando la disponibilità di due sale a Mattarello.

Ianeselli: “Non si può far finta di nulla” - Dal canto suo il sindaco Franco Ianeselli ha incontrato i manifestanti che protestavano in via Belenzani. “La competenza - osserva il primo cittadino - sarebbe della Provincia ma con tutte queste persone in strada non si può fare finta di nulla. Abbiamo trovato i soldi e un ente in grado di gestire uno spazio per accogliere i senza dimora ma attualmente manca una struttura adeguata”. L’ipotesi del sindaco è quella di puntare su Astalli e ricavare dei nuovi posti letto nel convento dei frati Cappuccini: “Se ci danno la disponibilità noi siamo pronti a sostenere economicamente il servizio”, conclude Ianeselli. Tuttavia i Cappuccini stanno ancora trattando con la Diocesi di Trento la consegna del convento (chiuso dallo scorso settembre), per questo quella che potrebbe essere una soluzione a portata di mano rimane in sospeso.