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di Roberto Saviano

Corriere della Sera, 14 ottobre 2022

Queste righe le scrivo di getto dopo aver letto Domenico Quirico esprimere sulla Stampa un concetto agghiacciante e veritiero: “Chi ha cercato di raccontare con onestà i migranti vede il fumo degli articoli e dei libri bruciati salire al cielo; chi, eroica minoranza, ha cercato di restar fedele all’umile motto aiuta chi ha bisogno, ha allestito i corridoi umanitari, non ha fatto dei migranti pretesto, burocrazia o peggio buon affare, deve riconoscere che è stato battuto”. Tutto vero. In quel doveroso dibattito che deve esserci tra testate e giornalisti, scrittori e intellettuali, gli rispondo così: ci abbiamo provato, continueremo a farlo. Siamo stati sconfitti, ma non ora, non oggi. Non da Meloni.

Conosco una maestra napoletana che osa dire ai suoi alunni che il mare non sta lì per dividere ma per unire popoli e culture, che il mare non è separazione, ma un mezzo che rende tutti più vicini. Dirlo è senza dubbio un atto politico, aggiungerei un atto politico rivoluzionario, ma non da oggi, non solo nell’era di Meloni. E osa dirlo solo chi sa che esiste - perché la vede nel quotidiano e ci ha a che fare - una parte di umanità che non ha niente, non ha prospettive, non ha futuro, parla la nostra stessa lingua e ha la pelle dello stesso colore della nostra. E osa solo chi sa che una strada può essere quel mare, una semplice strada. Una strada che separa il centro dalla periferia, un quartiere dall’altro, una scuola dall’altra.

Oggi in Europa affermano che l’Italia ha il primo governo di destra dalla caduta del fascismo. Non è vero! Il primo governo Conte è stato un governo di destra, di destra estrema; è stato un governo xenofobo, un governo che ha totalmente cambiato in (molto) peggio le leggi sull’immigrazione e l’accoglienza. Un governo che ha criminalizzato gli immigrati che vivono e lavorano in Italia da decenni, peggiorando le loro condizioni di vita nel quotidiano. Ma tutto era cominciato prima, in un clima di campagna elettorale da caccia alle streghe: dai “taxi del mare” ai proclami continui a reti unificate dove gli immigrati sono stati definiti in ordine sparso stupratori, delinquenti, spacciatori, ladri, usurpatori di posti di lavoro e di alloggi. Sottoposta a questo lavaggio del cervello senza soluzione di continuità, la comunità si incattivisce, inizia a ragionare in termini di me contro te, noi contro voi, tutti contro tutti.

Eppure quel governo, che hanno chiamato gialloverde nella speranza forse di renderlo più simpatico o più prosaicamente per definirlo con parsimonia di parole, non spaventava l’Europa perché sull’accoglienza l’Europa è salviniana, sulla gestione dei flussi migratori l’Europa è meloniana. E quindi oggi l’Europa ci dice che l’Italia sta a destra ed è preoccupata, ma in mare sono morti migliaia di migranti nel silenzio totale e tombale di chiunque avrebbe non solo il dovere di parlare, di urlare e denunciare, ma soprattutto di agire, creare corridoi umanitari, accogliere e integrare, sensibilizzare, finanziare progetti e verificare che i fondi siano utilizzati nel modo più appropriato.

Il Terzo mondo muore di fame perché il Primo mondo (il nostro, per essere proprio chiari) storicamente lo depreda, e gli sbatte anche le porte in faccia, e dice in maniera paracula che la soluzione è aiutarli a casa loro. Per denunciare tutto questo mi sono preso una querela su carta intestata del Viminale dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini (dal governo gialloverde non si levò alcuna voce contraria) e una querela dalla futura prima ministra. Ma la vittima qui non sono io, le vere vittime siete voi, voi che avete dimenticato tutto, che fate confusione tra destra e sinistra, che li considerate concetti fluidi o ne decretate la morte, a seconda della convenienza e del momento; voi che utilizzate queste categorie per spiegare ciò che vi piace e ciò che vi dispiace, che magari vagheggiate una sinistra che non esiste più e che quando esisteva aveva tante anime, molte delle quali sicuramente non vi sarebbero, a torto o a ragione, nemmeno piaciute. Voi che odiate una destra che a sua volta non è possibile valutare con fare manicheo. È la divisione tra noi e loro che non va bene, che non è funzionale, eppure non riusciamo a uscire da un dualismo che ci rende stupidi, e deboli. Nella foto (ndr. foto Ap/Francisco Seco) che ho deciso di mostrarvi questa settimana vedete migranti in balia delle onde. Ci sono loro, certo. Ma anche noi, e la nostra vile assenza.