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di Leo Lancari

Il Manifesto, 16 novembre 2023

Non è ancora un sì, ma gli somiglia molto. Ilva Johansson, commissaria europea per gli Affari interni, ha reso noto ieri quello che il servizio giuridico della Commissione pensa dell’accordo sui migranti siglato dal governo Meloni con l’Albania. E il giudizio, sebbene espresso attraverso un tortuoso giro di parole e pur sottolineando che per ora si tratta di una “valutazione preliminare “, è tutt’altro che negativo. L’intesa con Tirana, ha spiegato infatti Johansson, è “al di fuori del diritto Ue” ma “non viola il diritto Ue”.

Un parere che arriva nello stesso giorno in cui il parlamento albanese approva il protocollo firmato dal premier Edi Rama con Giorgia Meloni e in Italia il presidente della Camera Lorenzo Fontana - su pressione delle opposizioni che in una lettera gli hanno sollecitato un intervento per conoscere il testo del protocollo con il paese delle Aquile - ha chiesto al governo di fornire al parlamento i dettagli dell’accordo.

Dopo il parere espresso pochi giorni fa dal commissario per l’Allargamento Oliver Vàrhelyi, che ha parlato dell’intesa con l’Albania come di un “modello interessante”, da Bruxelles arriva dunque un altro segnale incoraggiante per palazzo Chigi. “Il diritto Ue - ha spiegato la commissaria agli Affari interni - non è applicabile fuori dal territorio dell’Ue” (l’Albania è candidata a entrare nell’Unione ma non ne fa parte). “Sappiamo - ha aggiunto però Johansson - che il diritto italiano segue il diritto Ue e che, secondo l’accordo, si applicherà in Albania il diritto italiano”.

La questione riguarda coloro che, tratti in salvo dalle navi italiane in acque internazionali, faranno richiesta di asilo una volta sbarcati in Albania. Queste richieste “saranno valutate secondo il diritto italiano dalle autorità italiane. Se otterranno l’asilo saranno rimandate in Italia, altrimenti saranno rimpatriate nei paesi di origine o, se questo non sarà possibile, rimandate in Italia”. Le conclusioni della commissaria sembrano un esempio della proprietà transitiva. “L’Italia rispetta il diritto Ue, quindi questo significa che sono le stesse regole”.

Per la commissaria ci sono dunque pochi dubbi: quello che sarà applicato in Albania “non è il diritto Ue ma le leggi italiane seguono il diritto Ue”. Un giudizio accolto con soddisfazione dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto (“Parole chiare che mettono a tacere ogni polemica”) ma che non rispondono alla richiesta delle opposizioni di discutere l’accordo in Parlamento.

“L’articolo 80 della Costituzione - hanno scritto a Fontana Chiara Braga del Pd, Francesco Silvestri dei 5 Stelle, Riccardo Magi di +Europa, Matteo Richetti di Azione e Luana Zanella di Avs - prescrive che gli accordi internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, importino variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi siano sottoposti alla ratifica del Parlamento”. Resta da capire adesso se e quando il governo verrà incontro alla richiesta del presidente Fontana di fornire maggiori dettagli sull’accordo.

Per ora si sa solo che per martedì prossimo alle 11 sono previste le comunicazioni sul tema all’aula di Montecitorio del ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Ci sono due punti da considerare”, spiega in serata Riccardo Magi. “Il primo che fino a oggi un parlamentare, quindi un cittadino, non può aver accesso a un formale del governo. Il secondo è che va attivato l’iter di autorizzazione alla ratifica da parte del governo”.