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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 9 marzo 2024

Nell’ombra dei procedimenti amministrativi, si cela spesso la vulnerabilità di coloro che, per circostanze tragiche, si trovano a essere protagonisti involontari di un sistema che, in teoria, dovrebbe proteggerli. È quanto emerso dall’ultima pronuncia del giudice del tribunale di Catania, la cui recente ordinanza ha scosso le fondamenta delle politiche di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati in Italia. L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) ha promosso una causa civile cautelare, rappresentando i diritti dei minori stranieri non accompagnati ospitati nella struttura di Contrada Cifali.

L’Asgi ha denunciato la violazione sistematica dei diritti fondamentali dei minori, sottolineando come la struttura di accoglienza non fosse conforme alla normativa nazionale e sovranazionale. L’ordinanza ha svelato un quadro allarmante: durante i sopralluoghi effettuati dall’Asgi, sono emersi gravi abusi nella gestione dell’accoglienza. Oltre 100 minori e 6 neomaggiorenni erano trattenuti in condizioni precarie, privati della libertà personale senza alcuna giustificazione legale. La permanenza media nella struttura era di oltre 50 giorni, in netto contrasto con i limiti temporali previsti dalla legge.

La difesa del ministero dell’Interno ha tentato di giustificare le violazioni sostenendo problemi di capacità delle strutture di accoglienza e l’eccezionalità dell’afflusso di minori non accompagnati. Tuttavia, la corte ha respinto tali argomentazioni, ribadendo la violazione dei diritti umani fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalle normative europee. L’ordinanza ha sollevato questioni cruciali sulla legittimità delle azioni dell’amministrazione pubblica nei confronti dei minori stranieri non accompagnati.

Ha confermato che, nonostante le difficoltà operative, il rispetto dei diritti fondamentali deve essere garantito in ogni circostanza, senza deroghe. Ricordiamo che l’hotspot di Contrada Cifali, considerato un’estensione di quello di Pozzallo, è stato inizialmente istituito durante la Primavera Araba per gestire gli arrivi dal Nord Africa e successivamente utilizzato come luogo di quarantena durante la pandemia di Covid- 19. A partire da gennaio 2023, è diventato un centro per minori stranieri non accompagnati, identificati e trasferiti principalmente da hotspot come quelli di Lampedusa e Pozzallo. Il progetto Inlimine di Asgi ha rivelato, tramite sopralluoghi, che più di 100 minori stranieri non accompagnati erano trattenuti nell’hotspot di Contrada Cifali, confermato anche dalle autorità pubbliche. Durante una visita nel giugno 2023, una delegazione della scuola di Asgi ha scoperto che circa 100 minori non avevano il permesso di lasciare la struttura, con una permanenza che poteva protrarsi fino a 120 giorni, anche oltre la maggiore età.

Questa detenzione, non autorizzata dalla normativa italiana, ha portato all’avvio di un ricorso d’urgenza da parte di Asgi presso il Tribunale di Catania, che ha quindi dichiarato illegittima la condotta del Ministero e ha riconosciuto il diritto di Asgi ad agire a tutela dei minori. Il giudice ha sottolineato l’importanza di consentire alle associazioni di agire anche in casi simili a quelli previsti dalla legge, purché abbiano come scopo istituzionale la tutela di interessi diffusi e che vi sia coerenza tra gli scopi dell’associazione e la causa legale intrapresa. “Ammettere il potere di azione delle associazioni anche in casi analoghi a quelli previsti dalla legge risulta coerente con la Carta costituzionale sempre che l’Associazione de qua abbia (ed è il caso dell’Asgi) nel suo oggetto sociale l’effettivo e non occasionale impegno a favore della tutela di determinati interessi diffusi o superindividuali e abbia detta protezione come compito istituzionale ed inoltre sempre che vi sia conseguenza tra gli scopi dell’associazione e la lezione che si intende contrastare con l’azione giudiziaria”, scrive il giudice nell’ordinanza.

Questo principio ha permesso di proteggere i minori stranieri detenuti illegalmente, anche quando si trovavano in condizioni di totale isolamento e privazione della libertà personale, senza accesso adeguato alla tutela legale. Un principio importante che permette di tutelare i minori stranieri detenuti illegittimamente anche laddove si trovino in una condizione, forzata, di totale isolamento, di privazione della libertà personale e di difficoltà di contatto con il mondo esterno e di accesso alla tutela legale. Da sottolineare che già prima della decisione, a seguito della notifica del ricorso e del decreto di fissazione udienza, l’Avvocatura ha comunicato di aver spostato tutti i minori nell’hotspot di Pozzallo “al fine di garantire loro migliori condizioni di accoglienza”. Tant’è che quando la delegazione Asgi ha fatto nuovamente ingresso nell’hotspot di Contrada Cifali il giorno 17 gennaio 2024 la struttura è risultata vuota e chiusa per lavori di ristrutturazione.