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di Alessandra Ghisleri

La Stampa, 9 ottobre 2023

L’aumento degli sbarchi un fatto strutturale per il 57,1%, un attacco al governo per il 23,3%. Guadagnano consensi Fratelli d’Italia, 5 Stelle, Pd e Renzi, la Lega invece torna sotto al 10%. Può sembrare impensabile che in un periodo così complicato come quello che stiamo vivendo nel nostro Paese esistano dei movimenti migratori di popolazioni che per diverse spinte legate alla lotta contro la fame o alle guerre o semplicemente per motivi politici si muovano verso l’Italia.

Il nostro Paese giudicato severamente dai suoi stessi cittadini, rappresenta comunque, per chi decide di attraversare il mediterraneo, una nazione sicuramente più sviluppata e ricca di occasioni che si presentano con un maggior numero di possibilità di lavoro, migliori condizioni di vita o semplicemente per avere una maggiore libertà.

I flussi migratori dal nord Africa e dal vicino oriente sono ormai una realtà assodata da anni, considerato un “fatto naturale e strutturale legato a fattori sociali, storici, economici e politic”i dal 57.1% dei cittadini italiani secondo un sondaggio realizzato da EuromediaResearch per la trasmissione Porta a Porta. Un cittadino su 4 li considera degli “invasori” (23,3%), mentre esiste un 10,3% che è convinto che esista una macchinazione stabilita a tavolino dal governo per giustificare i massicci tentativi di coinvolgere l’Europa nella possibilità di organizzare una migliore distribuzione dei migranti.

Dal 1 gennaio 2023 al 6 ottobre 2023 sul territorio italiano sono sbarcati 135.941 migranti -fonte: dipartimento della pubblica sicurezza-, mentre lo scorso anno confrontando lo stesso periodo ne erano arrivati 72.721, e l’anno ancora prima, nel 2021, arrivarono 47.959 persone. Seguendo questo schema è facile intuire che il fenomeno della migrazione è in crescita e si sta lentamente trasformando in strutturale nelle sue modalità.

Le intese per bloccare le partenze animano i dibattiti pubblici, resta il fatto che i patti devono essere trattati con autocrati locali spesso poco rispettosi dei diritti civili. Così nella convulsa ricerca di una via di uscita il Governo propone nuovi decreti come quello sull’espulsione diretta quando esistono gravi motivi di pubblica sicurezza, o quello sulla stretta sui minori che prevede l’accoglienza mista con gli adulti degli adolescenti tra i 16 e i 18 anni nel caso in cui si presentasse la momentanea indisponibilità di strutture ricettive per migranti minorenni.

Entrambe le soluzioni proposte ottengono la condivisione della maggioranza del campione di intervistati: il 63,6% per l’allontanamento disposto direttamente dal prefetto se ricorrono gravi motivi di pubblica sicurezza e il 56,5% per l’accoglienza provvisoria del minore con età superiore ai 16 anni in strutture dedicate agli adulti. Il che sottolinea che il tema non è solo di natura divulgativa, ma comportamentale.

Non è che strillando più forte si riesce a convincere gli italiani che l’argomento abbia trovato una sua soluzione politica, oppure che non ce ne sia. Le immagini fortemente emotive degli arrivi dei migranti scuotono l’opinione pubblica, ma non ne destabilizzano le importanti certezze di voler difendere ad ogni costo il proprio piccolo nucleo di quotidianità.

L’aumento generale dei prezzi, nonché delle bollette certificate anche dalle Agenzie competenti, insieme al fenomeno dell’inflazione che non molla il morso, sono in cima alle priorità degli italiani unitamente al desiderio di avere una sanità più accessibile. L’immigrazione è una possibilità di disagio vissuta oggi in maniera collaterale dalla maggior parte della popolazione. Si sente, si ascolta, si giudica, ma si è più facilmente distratti da altre precedenze.

In qualche caso ci sono spinte che cercano di influenzare le scelte del pubblico politico mettendo l’accento sui fatti negativi connessi al fenomeno o esaltando le grandi aperture dell’accoglienza, tuttavia, anche se in ogni caso le spinte possono nascere con le migliori intenzioni, si evidenzia la mancanza di una cultura della sperimentazione per poter essere in grado di prevedere i risultati dei provvedimenti. A tutto ciò è necessario aggiungere la confusione che si è generata con il caso del tribunale di Catania, dove è stato accolto il ricorso di un migrante sbarcato a metà settembre a Lampedusa e poi portato nel nuovo centro di Pozzallo, giudicando il nuovo “decreto Piantedosi” illegittimo in più parti. Il 46,2% non trova corretto questo intervento del magistrato, mentre il 32,7% lo approva. Gli elettori di centro destra in maggioranza bocciano la sentenza, di contro gli elettori delle opposizioni la giudicano favorevolmente. L’evoluzione sulle presunte partecipazioni politiche della pm Iolanda Apostolico che ha scritto questa sentenza ha di fatto aumentato la confusione rispetto al trentennale conflitto tra magistratura e politica… e il dibattito mina ancora una volta il valore dell’Istituzione.