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di Virginia Piccolillo

Corriere della Sera, 2 marzo 2023

Il ministro: una nostra debolezza? Mi assumerei la responsabilità. FdI: giusto chiarire. Calenda: “Dal decreto contro i rave alle parole sul carico residuale Il ministro è inadatto”

Migranti, duello su Piantedosi. Schlein: lasci. Meloni: un dovere evitare tragedie.

L’opposizione va all’attacco del governo e chiede le dimissioni del ministro Matteo Piantedosi, la maggioranza fa quadrato e difende il titolare dell’Interno. “Rifiuto l’idea che non si possa fare nulla” a livello europeo per evitare queste tragedie, dice la premier Giorgia Meloni. Di fronte alla neosegretaria dem Elly Schlein che chiede a Piantedosi di lasciare lui, si dice pronto ad “assumermi responsabilità” e il ministro FdI Francesco Lollobrigida auspica “giusti chiarimenti”. Meloni, nella lettera indirizzata tre giorni fa ai vertici europei, torna a chiedere di “non lasciare sola l’Italia in una battaglia di civiltà”. È un “dovere morale prima che politico che tragedie come questa non si ripetano”, evidenzia. E invita a mettersi al lavoro per “soluzioni innovative, concrete, per disincentivare le partenze illegali anche con fondi straordinari”. Se ne discuterà il 23-24 al Consiglio d’Europa.

Oggi a rendere onore alle vittime del naufragio di Crotone - 67 bare, 15 bianche - arriverà il presidente Sergio Mattarella. Seguito da una delegazione dem guidata da Schlein. In silenzio. Per rispetto. Le parole, anche dure, sono volate ieri, in Commissione Affari costituzionali alla Camera, nei confronti del ministro dell’Interno. Gli si chiede conto dei soccorsi. Ma anche di aver inizialmente detto che “in queste condizioni non bisogna partire, la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli” e che nei panni di un migrante disperato lui non lo avrebbe fatto: “Sono abituato a chiedermi non cosa posso aspettarmi da un Paese ma cosa posso dare io per il suo riscatto”.

“Parole indegne, disumane, inadatte”, le ha definite Schlein, invitando Meloni “a una profonda riflessione”. “Ma cosa può fare un ragazzino afghano per il proprio Paese?”, rincara Riccardo Magi di +Europa appoggiando la richiesta di dimissioni con Avs, M5S e Carlo Calenda: “Dal dl Rave al carico residuale. È inadatto”. Piantedosi replica: “Se la tragedia si fosse verificata per una debolezza del ministero dell’Interno mi assumerei, come sempre, le mie responsabilità”.

Il ministro non risponde ai dubbi sul perché, malgrado i due tentativi a vuoto della Guardia di Finanza, non sia stata attivata la Guardia costiera. Rinvia a un’informativa che il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (FI), annuncia per la prossima settimana. Forse con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Nel frattempo Piantedosi precisa che “l’aereo Frontex, che per primo ha individuato l’imbarcazione dopo le 22 del 25 febbraio, a 40 miglia, non aveva segnalato una situazione di pericolo a bordo. Ma evidenziava una persona sopra coperta e altre sotto coperta e una buona galleggiabilità dell’imbarcazione”. E che “c’è stato un peggioramento meteomarino”. Spiega che tra le operazioni di polizia e di soccorso a volte “c’è sovrapposizione, ma questo non significa non farsene carico”. Invita al “rispetto e alla riconoscenza” per gli apparati che dal 22 ottobre al 27 febbraio hanno salvato 27.457 mila persone, con l’obbligo di rispettare regole: inclusa “la tutela di chi è a bordo”.

Ma quindi di chi è stata la colpa? Per il ministro bisogna attendere l’esito dell’inchiesta che vede già i 4 scafisti indagati. Poi si difende dall’accusa di parlare come “un questurino”: “Sono orgoglioso di essere stato un funzionario dello Stato”. Per le sue dichiarazioni ammette che “ognuno deve avere la postura giusta”. Ma poi rimarca: “Il governo parla con i fatti. E della disperazione che c’è dietro un evento come questo ha avuto considerazione da prima che avvenisse. Con 617 persone accolte con corridoi umanitari, e un decreto flussi da 83 mila posti”.