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di Nando Pagnoncelli

Corriere della Sera, 23 settembre 2023

Rispetto ai dati reali la percezione è che siano il doppio. Il 55% boccia l’operato del governo. Il tema dei migranti, da molti mesi preoccupante, ha assunto nelle ultime settimane le caratteristiche dell’emergenza, quando non del dramma. Il cruscotto del Viminale segna, al 21 settembre 2023, 132.832 sbarchi contro i 68.594 dell’intero 2022. Nel suo recente intervento alle Nazioni Unite la presidente Meloni ha detto che non permetterà che l’Italia diventi il campo profughi dell’Europa.

Questa centralità è ribadita anche dalla percezione degli italiani, che sovrastimano la presenza di stranieri nel nostro Paese. Le diverse fonti disponibili (Istat, Imu, Caritas Migrantes) stimano che in Italia ci siano all’incirca 10 stranieri ogni 100 abitanti. I nostri intervistati raddoppiano la stima: sono convinti che questa percentuale arrivi a quasi il 22%. La percezione è coerente con gli orientamenti politici: il centrodestra accentua ulteriormente questa percezione, mentre sono gli elettori del Partito democratico e delle altre liste (tra cui è rilevante la presenza della sinistra, di Azione e Italia viva) che si avvicinano di più (pur sempre stimando in eccesso) alla percentuale vera. E sono i ceti popolari che più di tutti vedono un’alta presenza di immigrati nel Paese. Percezioni molto simili le vediamo relativamente alla stima degli immigrati irregolari. Su 100 stranieri le fonti statistiche stimano 8,5 illegali, ma gli italiani pensano che siano approssimativamente 30. Insomma, numeri che danno conto dell’idea, se non di un’invasione, quantomeno di una pressione elevatissima.

Di conseguenza tutti, con accenti diversi, concordano sul fatto che oggi il fenomeno dei migranti sia una vera e propria emergenza: lo pensa il 57% degli italiani, dato che arriva a oltre il 70% tra gli elettori di centrodestra, ma si mantiene al 50% anche tra gli elettori pd (che però pensano per il 43% che si tratti di un fenomeno strutturale di lungo periodo). Solo tra gli elettori delle altre liste (sinistra e Terzo polo) diventa maggioritaria quest’ultima opinione. È da sottolineare come tra gli elettori pentastellati sia le stime della presenza di migranti, sia la valutazione dell’emergenza fanno emergere dati simili a quelli degli elettori di centrodestra. Il che spiega probabilmente l’irrigidirsi recente di Giuseppe Conte.

In questo clima di pesante preoccupazione, l’operato del governo sul tema viene bocciato dalla maggioranza assoluta: il 55% pensa infatti che l’esecutivo abbia agito molto o abbastanza male, solo il 26% dà valutazioni benevole. In questo caso le opinioni tendono a polarizzarsi: gli elettori di centrodestra fanno prevalere le opinioni positive, ma con aree critiche che vanno dal 27% degli elettori di FdI al 36% di chi vota per le altre forze della coalizione governativa. All’opposto, nettamente critiche le opinioni di tutti gli altri elettori, vicine all’80%. Ma anche tra incerti e astensionisti prevale l’opinione negativa. Bocciatura che rimane netta anche in pezzi dell’elettorato tradizionalmente più attratti dalle forze attualmente al governo, come l’area del lavoro autonomo.

Infine, abbiamo trattato il tema inevitabile del rapporto con l’Europa e del ruolo che l’Ue gioca in questa crisi. Anche se qualche segnale di solidarietà con il nostro Paese comincia ad apparire (quantomeno con l’ammorbidimento di certe posizioni e le dichiarazioni del presidente tedesco Steinmeier, oltre all’attenzione mostrata con la sua visita a Lampedusa da Ursula von der Leyen), come era facile immaginare la maggioranza relativa (il 47% degli intervistati) accusa l’Europa di sottovalutare il fenomeno e di non sostenere a sufficienza il nostro Paese. Il 18% la assolve parzialmente, poiché ritiene che le istituzioni di Bruxelles abbiano chiaro che l’Italia vada sostenuta, ma che non riescano a portare su queste posizioni la maggioranza dei Paesi membri (32% tra gli elettori del Pd).

In sostanza: un’emergenza pesante che si sperimenta nella quotidianità data l’alta presenza percepita di stranieri (e di irregolari), cui il governo fatica a rispondere e rispetto al quale l’Europa non fa quel che dovrebbe fare. Come in altri momenti della storia recente del nostro Paese, un tema molto caldo, che continuerà ad alimentare la polemica politica e che probabilmente ci accompagnerà almeno fino alle elezioni europee del prossimo giugno.