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di Michela Nicolussi Moro

Corriere del Veneto, 8 settembre 2023

Padova, il prefetto Messina chiede alle coop un’area di 600 metri quadri per una “tendopoli”. “L’ipotesi di una tendopoli non c’è in questo momento”, diceva due giorni fa il sindaco di Padova, Sergio Giordani, parlando dell’emergenza migranti e della difficoltà di trovare altri spazi in cui ospitarli. In effetti più che tendopoli nella città del Santo potrebbero sorgere “campeggi di emergenza” da mantenere almeno fino al 31 dicembre prossimo, stando alle intenzioni del prefetto Francesco Messina. Il quale a fine agosto ha inviato una lettera “ai signori gestori dei centri di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale”. Insomma, alle cooperative sociali, alle quali si chiede un’”area per il posizionamento di moduli abitativi per l’accoglienza migranti”.

Le richieste - “Attesa la necessità di procedere all’ampliamento dei centri di accoglienza, è intendimento di questa prefettura procedere all’individuazione di un’area di circa 600 metri quadri idonea alla realizzazione di un campo mobile, attraverso il posizionamento di moduli abitativi da adibire all’accoglienza di circa 100 cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, presumibilmente sino al 31 dicembre 2023 - scrive Messina -. A tale riguardo si rappresenta che la superficie dev’essere idonea agli allacciamenti dei moduli abitativi alle reti idrica, fognaria ed elettrica. Con la presente si chiede ai gestori di comunicare entro due giorni dal ricevimento della presente l’eventuale disponibilità della predetta area, che determinerebbe altresì l’ampliamento della capienza dei propri centri”. “Significa che chi dovesse mettere a disposizione della prefettura i terreni per realizzare il campo mobile, un campeggio, dovrebbe poi occuparsi pure della sua gestione, sorveglianza inclusa - spiegano le cooperative -. E tutto sempre per i 27,50 euro a migrante al giorno, più 2,50 euro di pocket money, passati dalla prefettura. Risultato: nessuno ha offerto terreni, tantomeno dotati di allacciamenti”.

Gli enti dell’accoglienza - E allora lunedì Messina ha riunito la ventina di enti padovani impegnati nell’accoglienza migranti per rilanciare l’”invito a collaborare”. Ma di campi nemmeno l’ombra. “I moduli abitativi potrebbe invece fornirli la Protezione civile nazionale, che nel Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto, vicino Roma, dispone di centinaia di tende, prefabbricati, container e roulotte - rivelano i gestori -. Se il prefetto è arrivato a chiederci terreni è perché ormai da sei mesi i posti letto in appartamenti e strutture sono esauriti. Ogni tanto se ne liberano tre da una parte e tre da un’altra, ma sono gocce nel mare. E del resto con quello che passano le prefetture è impossibile pagare affitti, spese e bollette di altri alloggi, i costi sono raddoppiati nell’ultimo anno. Per non parlare di cibo, vestiti e tutto l’occorrente a persone che non hanno più niente. Già è un miracolo riuscire a mantenere i centri esistenti, il costo della vita è aumentato mediamente del 10% e in inverno c’è da pagare pure il riscaldamento”. L’altra difficoltà lamentata “è che ci vogliono tre anni per un permesso di soggiorno e tempi lunghi per le foto segnaletiche e le visite mediche”. “I prefetti rispondono che in realtà adesso i soldi che riceviamo per l’accoglienza sono di più, perché è decaduto l’obbligo di organizzare i corsi di italiano - chiudono le coop - ma noi siamo cooperative sociali, è la nostra vocazione. Offriamo pure mediazione culturale, assistenza legale e psicologica”.

Il campo mobile - L’idea del “campo mobile” nasce non solo per sistemare una parte dei 150/200 profughi in arrivo ogni settimana nel Veneto, che ne conta ora 8.457 (oltre duemila a Padova), ma anche per liberare dai migranti le palestre del convitto San Benedetto da Norcia, della media Falconetto, entrambi in città, e della media “Cesarotti” di Selvazzano prima dell’inizio della scuola. L’idea del sindaco Giordani di restituirle agli alunni una settimana in anticipo rispetto alla campanella del 13 settembre sembra già sfumata: in tutto la Croce Rossa ha allestito 120 brandine contro le 90 inizialmente previste, perché gli arrivi sono continui. E poi: se la città era insorta per due tende montate dentro la caserma Prandina per qualche settimana nel 2015, cosa succederà con un campeggio? Che tra l’altro arriva dopo anni di campi nomadi, fonte di continue proteste.