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di Eleonora Camilli

La Stampa, 12 agosto 2023

Oltre il doppio del 2022, con 2 mila morti nel Mediterraneo. Frontex: “I trafficanti offrono prezzi sempre più bassi”. Un flusso continuo di arrivi, un record nei numeri come non si vedeva da anni, almeno dal 2017. Nei primi sette mesi del 2023 la rotta del Mediterraneo centrale, quella che collega i paesi del Nord Africa all’Italia, è la principale porta di ingresso verso l’Europa. Sono oltre 89mila i migranti sbarcati, più del doppio rispetto al 2022. Una situazione che ha subito un’impennata negli ultimi mesi e che rappresenta la metà di tutti gli ingressi verso gli Stati membri dell’Ue. Se il flusso verso l’Italia sale, quello verso tutte le altre frontiere europee registra un calo negli ingressi. Lo dicono i dati contenuti in un report dell’Agenzia europea per il controllo delle frontiere, Frontex, che oltre a fotografare la situazione attuale prevede “una pressione migratoria su questa rotta che potrebbe persistere anche nei prossimi mesi”.

Le partenze con ogni probabilità non si fermeranno, specialmente da Libia e Tunisia. “I trafficanti di esseri umani stanno offrendo prezzi sempre più bassi ai migranti in partenza in un contesto di agguerrita concorrenza tra gruppi criminali”, scrive l’Agenzia per le frontiere, ipotizzando che sia questo uno dei motivi principali a incentivare le persone a tentare la via del mare. Ma si tratta di un gioco al ribasso sulla pelle delle persone: dai porti di Sfax e Kerkennah si parte a basso prezzo e senza le condizioni minime di sicurezza, su barchini fatiscenti, vere e proprie carrette di metallo che si rovesciano o si spezzano una volta in alto mare. Queste traversate marittime sempre più pericolose potrebbero così allungare il tragico bollettino delle morti in mare, che registra numeri altissimi già nei primi mesi dell’anno.

Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), da inizio 2023 sono morte nel Mediterraneo più di 2.060 persone, quasi tutte (oltre 1.800) proprio lungo la rotta che porta verso il nostro Paese. A mettersi in viaggio sono soprattutto i migranti subsahariani, originari di Guinea e Costa d’Avorio, in fuga dalla difficile situazione politica e sociale in Tunisia, dalla discriminazione e dalle violenze. Ma partono sempre di più anche egiziani e tunisini.

Stando ai dati di Frontex, dunque, nel 2023 l’Italia è il primo Paese di approdo in Europa. Solo nella giornata di ieri, l’isola di Lampedusa ha registrato quasi 800 arrivi, in 20 differenti sbarchi iniziati già alle prime luci dell’alba. Diversa è, invece, la situazione degli altri Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo. Dall’inizio dell’anno gli arrivi verso la Spagna dai Paesi dell’Africa occidentale sono stati abbastanza limitati, circa seimila, più o meno in linea con i dati del 2022. Diversa è la situazione in Grecia, dove si registra una maggiore diminuzione dei flussi, pari quasi al 30 per cento, per un totale di 17mila migranti arrivati fino al mese di luglio. In tutta Europa gli ingressi irregolari registrati dall’Agenzia delle frontiere sono stati 176mila, con un aumento del 13 per cento. Si tratta del numero più alto di ingressi nei primi sei mesi dell’anno registrato dal 2016 e determinato dal flusso sulle due sponde del Mediterraneo.

Quella del mare, però, non è l’unica via per chi tenta di attraversare i confini europei. La seconda rotta migratoria più attiva è quella terrestre dei Balcani occidentali, con oltre 52.200 persone che hanno tentato di attraversare le frontiere dell’Est Europa negli ultimi sette mesi. Si tratta per la maggior parte di afghani in fuga dal regime dei Talebani, di siriani e turchi. Quasi un terzo in meno rispetto all’anno precedente. Secondo Frontex, la diminuzione è in gran parte dovuta all’attivazione di politiche sui visti più rigorose.

Sulla frontiera opposta verso il Nord Europa non mancano i migranti che dalla Francia tentano di attraversare il Canale della Manica, per raggiungere il Regno Unito. Nonostante le regole sempre più restrittive del governo di Rishi Sunak, che sta tentando in ogni modo di ostacolare gli ingressi di migranti irregolari nel Paese, solo a luglio sono state circa 5.500 le persone che hanno provato ad attraversare questa invalicabile frontiera, 27.300 dall’inizio dell’anno. Anche in questo caso si tratta in prevalenza di persone in fuga da regimi e conflitti, in particolare afghani e siriani.