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di Federica Olivo

huffingtonpost.it, 3 aprile 2023

Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci immigrazione, è preoccupato: “Ci chiedono di trovare altre strutture per i migranti, ma così non reggiamo”. Il tema sarà affrontano nella prossima riunione di governo martedì. Il Viminale ha in mente di creare un Cpr per ogni regione per chi va rimpatriato.

“Siamo già in una situazione da allarme rosso. Gli arrivi sono aumentati tantissimo rispetto all’anno scorso e finora abbiamo affrontato i mesi in cui di solito le partenze sono di meno. Continuando di questo passo, chissà da maggio in poi cosa succederà. Se le cose non cambiano il sistema rischia di saltare”. Il sistema di cui parla con HuffPost Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci per l’immigrazione, è quello dell’accoglienza. I numeri degli arrivi, più che quadruplicati rispetto allo scorso anno, si notano nei posti di frontiera - come Lampedusa o la Calabria - ma iniziano a sentirsi con forza anche nelle città dove l’accoglienza gestita attraverso la rete Sai - sistema accoglienza e immigrazione - o nei Cas, centri di accoglienza straordinaria. I migranti aumentano, i posti dove garantire una prima accoglienza scarseggiano: “Due ore fa - ci racconta il sindaco di Prato - ho sentito la nostra prefetta. La richiesta che arriva dalle prefetture è quella di trovare alberghi, B&B, conventi, qualsiasi struttura in grado di accogliere. Noi ce la stiamo mettendo tutta, e lo stanno facendo anche i prefetti, ma non si possono fare miracoli, anche perché non c’è turn over. Ci sono tanti arrivi e nessuno spostamento”.

I problemi non riguardano solo il reperimento delle strutture. Ci sono le gare per la gestione dei centri che vanno deserte: HuffPost aveva raccontato qui il caso di Parma. Ciò accade perché, spiega Biffoni, “dopo i decreti Salvini la cifra giornaliera da destinare all’accoglienza di ciascun migrante è diminuta. Molte aziende ritengono sia troppo bassa e non partecipano ai bandi”. C’è poi un tema di formazione degli operatori che devono assistere queste persone. E ci sono i rapporti con la popolazione da gestire. Perché, è opinione diffusa tra i sindaci, non sempre è semplice far accettare agli abitanti, magari di paesi molto piccoli, l’arrivo di un numero importante di migranti.

In cima a tutto, però, c’è una questione di fondi. Se mancano il sistema si inceppa, assicura il sindaco di Prato: “La situazione è difficile e siamo molto preoccupati. Quanti soldi servirebbero? Io ho fatto un calcolo molto a spanne, prendendo a riferimento la cifra che va investita al giorno per ogni migrante e il numero di arrivi che si prevede. Servono almeno 7-800 milioni”. Tutti da investire nella complessa macchina dell’accoglienza,

Allargare la rete dell’accoglienza delle persone che sono arrivate in Italia attraversando il Mediterraneo è una delle questioni che, assicurano fonti ben informate, preme di più il Viminale. Perché al momento, secondo i dati più freschi che ancora non sono visibili sul sito degli Interni, nel sistema di accoglienza ci sono 115mila persone. Una cifra importante, che lo diventa ancor di più se si pensa che al 31 marzo dell’anno scorso non si arrivava a 80mila persone. E che, soprattutto, è destinata ad aumentare. Il dossier sarà sul tavolo del vertice tra la premier e i ministri competenti, che si svolgerà tra martedì e mercoledì. Oltre a creare più posti per le strutture dell’accoglienza - che, necessariamente, andranno finanziati, anche se ancora non ci sono cifre sul tavolo - il governo vuole accelerare i rimpatri. “Il 90% delle persone che arrivano non hanno alcun titolo per restare in Italia”, ragiona una fonte del ministero dell’Interno. E allora, se così è, il governo vuole fare in modo che le domande di asilo siano analizzate più velocemente. Anche per questo alla riunione in questione dovrebbe esserci il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Sempre nell’ottica di accelerare i rimpatri rientra l’idea di costruire “almeno” un Centro di permanenza per il rimpatrio in ogni regione. I Cpr, quindi, sarebbero raddoppiati, perché al momento quelli attivi in Italia, secondo il sito del ministero dell’Interno, sono nove. Le direttrici del Viminale, quindi, sono due: spinta sui rimpatri - che si intravedeva già nel decreto Cutro, provvedimento che ora è in commissione in Senato e che lo stesso governo dovrebbe emendare a breve - e allargamento della macchina dell’accoglienza per chi ha titoli per restare in Italia.

I sindaci sperano che da questa riunione di governo esca fuori una misura che possa dare sollievo alle loro strutture: “Altrimenti - rimarca Biffoni - il sistema salta. La materia, peraltro, è di competenza dello Stato. Noi stiamo facendo la nostra parte, e anche un po’ di più, in un’ottica di responsabilità istituzionale. Anche perché sappiamo bene che non possiamo lasciare soli i sindaci calabresi e siciliani, che per primi affrontano l’emergenza”.

Il sindaco di Prato - città che accoglie, in tutto, intorno alle 800 persone - lamenta “una reazione non così attenta” da parte del governo. “Questo è un tema troppo complesso per essere gestito a suon di slogan”, aggiunge. Ma come fare allora? Se la questione dell’aumento dei fondi da destinare all’accoglienza è per lui prioritaria, ci sono altre azione che ritiene necessarie per una gestione migliore del fenomeno migratorio. “Intanto andrebbe cambiato lo strumento principale che abbiamo in materia di immigrazione, la legge Bossi-Fini, poi gli ingressi dei migranti economici non dovrebbero poi essere affidati solo a decreti flussi di natura emergenziale. Bisognerebbe, inoltre, trovare soluzioni tampone per regolarizzare, dove è possibile, chi in Italia si è già integrato. Infine, sarebbe opportuno accelerare i rimpatri di chi non potrebbe restare nel nostro territorio”.

La voce di Biffoni, con la sua preoccupazione sulla tenuta della macchina dell’accoglienza, non è isolata. Ieri Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, ha scritto una lettera alla premier, Giorgia Meloni, “Chiediamo al Governo di affrontare con estrema urgenza la situazione migranti verificando insieme risposte concrete e soluzioni praticabili. Modena è una città inclusiva e accogliente, ma è oggettivamente impossibile gestire ciò che sta accadendo nelle ultime settimane e negli ultimi mesi. È per noi indispensabile e urgentissima l’attivazione di un tavolo di emergenza presso la Prefettura con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali operanti sul territorio modenese”, ha dichiarato. L’Emilia Romagna, del resto, con oltre 11mila persone accolte, è la seconda regione italiana più attiva nel campo dell’accoglienza. La prima è la Lombardia, con più di 13mila persone. Seguono Piemonte, Lazio, Sicilia e Toscana. I segnali di difficoltà sono sempre più tangibili ovunque e le note dei prefetti - come quella, che suona più come un appello, inviata a La Spezia per chiedere aiuto anche ai privati - iniziano a non essere più casi isolati. Prima dei viaggi in Africa, delle negoziazioni con l’Europa, delle accuse a Paesi europei non solidali, il governo dovrà occuparsi di questo dossier. Che diventa giorno dopo giorno sempre più urgente.

Altri arrivi, intanto, sono imminenti. Oltre agli sbarchi autonomi, diventati ormai quasi quotidiani, la nave Ocean Viking di Sos Mèditerranèe ha soccorso 92 migranti a largo della Libia. Le è stato assegnato il porto di Salerno è arriverà a destinazione, apprende HuffPost, nella notte tra lunedì e martedì. Il porto assegnato, secondo l’Ong, è troppo lontano: “Dista 450 miglia nautiche (833 km) dall’area in cui si trova la nave e il quadro meteorologico in peggioramento potrebbe avere un impatto sulle condizioni dei migranti, già vulnerabili, durante la lunga navigazione”, spiegavano nella mattinata di oggi, prima di fare rotta verso Salerno. Unica opzione possibile, dal momento che le autorità non hanno risposto ai rilievi fatti dall’Ong.