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di Emanuele Bonini

La Stampa, 15 dicembre 2023

Richiamo anche su donne, giornalisti e comunità Lgbti. Chiesti correttivi normativi. Migranti, donne, giornalisti, comunità Lgbti. L’Italia dei diritti “degli altri” non c’è, o c’è poco, a riprova di un deterioramento dello Stato di diritto che induce il Consiglio d’Europa a richiamare il Paese all’ordine e invertire la rotta. L’organismo internazionale per la promozione dei diritti e lo stato di diritto è dell’idea che il Paese “dovrebbe migliorare la legislazione” in tutti questi campi, considerati carenti. L’obiettivo è quello di “sostenere meglio”i diritti di uomini e donne, professionisti, cittadini e richiedenti asilo. Segno che qualcosa, e più di qualcosa, non va e che il Belpaese per qualcuno bello non è.

Per quanto riguarda l’immigrazione, la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, esorta le autorità italiane a garantire “un’adeguata” capacità di ricerca e salvataggio in mare e chiede “l’abrogazione” della legislazione e delle politiche che ostacolano le operazioni di ricerca e salvataggio delle organizzazioni non governative (Ong). Una bocciatura netta del governo Meloni e del “decreto flussi” messo a punto della maggioranza. Ma è tutta la politica di gestione dei flussi a essere rimessa in discussione dall’organismo di Strasburgo.

“Le attività di cooperazione che direttamente o indirettamente conducono a rimpatri in Libia devono essere sospesi”, bacchetta il Consiglio d’Europa. Il motivo? Le “gravi e sistematiche violazioni” dei diritti umani che si registrano nel Paese del nordafrica. E a proposito di nordafrica, anche il protocollo d’intesa con la Tunisia andrebbe riconsiderato e reso “subordinato alla tutela globale dei diritti umani”. Motivo per cui “nessun rimpatrio dovrebbe avvenire senza un’adeguata valutazione individuale”.

Critiche anche sull’accordo che l’Italia ha raggiunto con l’Albania sempre in materia di gestione dei flussi migratori, e già oggetto di obiezioni della corte costituzionale albanese, che ha sospeso la ratifica parlamentare per i dubbi in merito al rispetto dei diritti umani. Il Consiglio d’Europa, a distanza di poche ore, conferma una volta di più la “mancanza di adeguate garanzie in materia di diritti umani nel Memorandum d’intesa concluso con l’Albania”. Più che cercare di sistemare i richiedenti asilo altrove, le autorità italiane dovrebbero “dare priorità al miglioramento dei sistemi nazionali di asilo e accoglienza”.

L’Italia è oggetto di critiche anche per la questione di genere. Si riconoscono i “progressi compiuti” in termini di parità uomo-donna e nel contrasto alla violenza contro le donne, ma permane “un netto contrasto” tra il quadro giuridico e le disuguaglianze, la discriminazione e la violenza affrontate dalle donne e dalle ragazze. Vuol dire che c’è ancora del lavoro da fare, soprattutto da un punto di vista culturale e di educazione. C’è da sradicare sessismo e stereotipi di genere da una parte, mentre dell’altra parte, in parallelo, vanno migliorati i servizi di sostegno per le vittime della violenza di genere. Non solo. Si rende necessaria una riforma della giustizia, attraverso una modifica del diritto penale che fonda i reati di violenza sessuale, compreso lo stupro, sulla nozione di libero consenso, e contrasti la cosiddetta vittimizzazione secondaria, vale a dire l’accanimento post-violenza.

Male anche l’eccesso di obiezione e obiettori di coscienza. In Italia occorre “garantire alle donne e alle ragazze il libero accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, comprese le cure per l’aborto e la contraccezione”. Non finisce qui. Il deterioramento palese e palesato dello stato di diritto in Italia si ravvede anche nell’attività di stampa. a commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa è dell’idea che i giornalisti siano vittime di troppe denunce facili, e per questo raccomanda “la depenalizzazione della diffamazione”.

C’è la questione dei diritti degli omosessuali, talmente poco rispettati che da Strasburgo giunge la richiesta di per la creazione di una “istituzione nazionale per i diritti umani e l’ampliamento della legislazione contro la discriminazione, i crimini generati dall’odio e l’incitamento all’odio per coprire i diritti delle persone Lgbti”.