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di Marco Bresolin

La Stampa, 2 febbraio 2023

La lettera della commissaria Dunja Mijatovic: “Ostacola le operazioni di ricerca”. “Il decreto e la prassi di assegnare porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse in mare rischiano di privare le persone in difficoltà dell’assistenza salva-vita delle Ong sulla rotta migratoria più mortale del Mediterraneo”. Con queste motivazioni la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha scritto una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi chiedendogli di ritirare il decreto anti-Ong adottato dal governo Meloni che, tra le altre cose, prevede il divieto di salvataggi multipli.

Secondo il Consiglio d’Europa, queste disposizioni “potrebbero ostacolare le operazione di ricerca e soccorso delle Ong e quindi essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia ai sensi dei diritti umani e del diritto internazionale”. Anche perché “rispettando questa disposizione, i comandanti delle Ong verrebbero di fatto meno ai loro obblighi di salvataggio sanciti dal diritto internazionale”.

Per quanto riguarda la prassi di indicare come porti di sbarco le località del Centro-Nord Italia, Mijatovic rileva che “l’obiettivo di assicurare una migliore ridistribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo sul territorio nazionale potrebbe essere raggiunto sbarcando rapidamente le persone soccorse e assicurandosi che ci siano accordi pratici alternativi per ridistribuirle in altre zone del Paese”.

L’organo che ha sede a Strasburgo, e che non ha nulla a che vedere con le istituzioni Ue, ribadisce inoltre il suo invito al governo a “sospendere la cooperazione con il governo libico” per intercettare le navi in mare, cooperazione che è stata recentemente rinnovata. C’è poi un altro terzo punto sul quale il Consiglio d’Europa chiede ulteriori a Roma: ci sarebbero stati “presunti rimpatri di persone dall’Italia alla Grecia su navi private” e queste persone “sarebbero state private della libertà in condizioni preoccupanti”.