di Virginia Piccolillo
Corriere della Sera, 7 marzo 2023
La Lega rilancia la stretta del decreto Salvini. Meloni a Cutro si impegnerà a riaprire il decreto flussi per almeno 100 mila lavoratori extra. La bozza ancora non c’è. Anzi, le bozze. Visto che al Consiglio dei ministri di giovedì a Cutro Giorgia Meloni vuole arrivare con un pacchetto di norme sull’immigrazione che possano dare seguito al monito del capo dello Stato, Sergio Mattarella a trasformare il “cordoglio in scelte concrete di Italia e Ue”. E all’appello di papa Francesco all’accoglienza.
“Non saranno provvedimenti di facciata”, filtra da Palazzo Chigi, ma “l’inizio di un percorso articolato che affronta l’intero problema nella sua complessità”. E certamente non saranno una riproposizione di quei decreti sicurezza che peraltro la Corte costituzionale ha già bocciato. Si tenta così di disinnescare le polemiche dall’opposizione che hanno investito la premier e il governo. Per questo genera scompiglio la calendarizzazione proprio nella stessa giornata di giovedì alla Camera, in commissione Affari costituzionali, della stretta sui permessi di soggiorno voluta dalla Lega per porre fine ad alcune “discrezionalità” delle commissioni nel concederli con un ddl che torna al decreto Salvini. Ma dal governo si smentiscono dissidi: “La sintesi sarà trovata come sempre”.
Si lavora su tre direttrici: la lotta al traffico, l’accoglienza e il pressing sull’Unione Europea. Tuttavia il pacchetto non potrà non tenere conto anche di una revisione della gestione del soccorso in mare. La “falla” nella catena delle competenze, che ha contribuito, almeno in parte, al naufragio, va sanata subito. E in queste ore si valuta la possibilità di rivedere l’assetto normativo e di procedure per rendere più chiaro a tutti ciò che la premier Meloni ha dichiarato in ogni occasione: “Prima di tutto occorre salvare le vite umane”. In questo caso potrebbero bastare nuove circolari dei ministeri competenti per la redistribuzione dei compiti delle forze in campo subito dopo la segnalazione di pericolo o l’arrivo di un Sos.
Sull’accoglienza la premier Meloni arriverà a Cutro forte di un impegno a riaprire il decreto flussi per almeno 100 mila lavoratori extra Ue. Un provvedimento che potrebbe avere durata biennale. Con una quota premio di ingressi per quei Paesi che firmano accordi per il rimpatrio di migranti illegali. E si tenterà di rendere più efficace anche la normativa sull’asilo e la protezione umanitaria. Per questo si apriranno corridoi umanitari anche con la cooperazione di quelle associazione in grado di garantire l’accoglienza, così come già accaduto per gli ucraini.
Sul traffico di esseri umani l’intenzione è di usare il “pugno duro” con gli scafisti, una parte della maggioranza già pensa a un inasprimento delle pene. In realtà le norme già ci sono, così come la previsione di pene molto alte per chi compie il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per questo ci si confronterà con il Quirinale sull’opportunità di procedere per decreto. La strada passa comunque per una politica che combatta le organizzazioni criminali nei Paesi d’origine. Impegno già sottoscritto nel vertice dei Paesi del Med 5 di cui fanno parte Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna.
Di tutto questo occorrerà discutere con l’Ue perché è vero che anche dopo quest’ultimo naufragio le autorità di Bruxelles hanno promesso massimo impegno, ma è pur vero che finora tutte le dichiarazioni che negli anni avevano assicurato vicinanza e cooperazione all’Italia non si sono mai tradotte in provvedimenti concreti.
Ecco perché si tornerà a chiedere maggiore sensibilità sul tema dei ricollocamenti, ribadendo la necessità che sia istituito “un meccanismo di solidarietà permanente e obbligatorio”. Un passo che prevede ormai necessariamente la modifica del trattato di Dublino che impone l’accoglienza, l’identificazione e la permanenza nel Paese di primo sbarco. L’Italia chiederà per questo anche una norma che - in caso di soccorso in mare durante una operazione di salvataggio e non di polizia - consenta ai naufraghi di poter essere subito trasferiti in un altro Paese Ue senza rimanere dove sono sbarcati.