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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 2 ottobre 2024

Presentata dall’Asgi per violazione della normativa. Con una mossa che potrebbe avere ripercussioni significative sul sistema di asilo italiano, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) rende noto di avere presentato una denuncia formale alla Commissione Europea. L’accusa è grave: l’Italia starebbe violando sistematicamente la normativa dell’Unione Europea in materia di accesso alla procedura di asilo.

Al centro della denuncia ci sono due problematiche principali: le difficoltà di accesso agli uffici delle Questure per la registrazione della volontà di chiedere protezione e il mancato rispetto delle tempistiche per la registrazione delle domande di protezione. Secondo l’Asgi, queste pratiche non solo violano il diritto comunitario, ma minano anche i diritti fondamentali dei richiedenti asilo.

La denuncia dipinge un quadro allarmante della situazione in molte grandi città italiane, tra cui Roma, Milano, Firenze, Bari e Torino. Qui, i cittadini stranieri che intendono presentare domanda d’asilo si trovano spesso costretti a recarsi in Questura per settimane, se non mesi, prima di riuscire anche solo a manifestare la volontà di chiedere asilo. Questa situazione crea un limbo giuridico in cui i richiedenti asilo si trovano privi di status e, di conseguenza, di accesso ai servizi di base.

L’Asgi ha documentato casi in cui i tempi medi di formalizzazione della domanda si attestano intorno ai 90- 100 giorni, come dichiarato dalle stesse Questure di Venezia e Vicenza in risposta a richieste di accesso agli atti. Tali ritardi sono in netta violazione dell’articolo 6, paragrafi 1 e 5 della Direttiva 2013/ 32/ UE, che prevede la registrazione della domanda entro tre giorni lavorativi dalla sua presentazione, con una possibile estensione a dieci giorni in caso di un numero elevato di richieste simultanee.

La gravità di questi ritardi è ulteriormente sottolineata dal fatto che, nel frattempo, non viene rilasciato alcun permesso provvisorio. Ciò ha un impatto devastante sulla vita dei richiedenti asilo, privandoli di fatto dell’accesso a diritti fondamentali come l’alloggio, l’assistenza sanitaria e l’istruzione. L’Asgi non si è limitata a denunciare il problema, ma ha anche intrapreso azioni concrete. L’associazione ha inviato diffide ai sensi dell’art. 3 d. lgs. 198/ 2009 alle Questure di Venezia e Vicenza, chiedendo la conclusione dei procedimenti di formalizzazione delle domande di protezione internazionale. Queste azioni sono prodromiche alla presentazione di un ricorso per l’efficienza delle amministrazioni pubbliche, un passo che l’Asgi si prepara a intraprendere se la situazione non migliorerà. La denuncia è corroborata da una serie di pronunce giudiziarie che dimostrano la natura sistematica del problema. I Tribunali di Roma, Milano, Bologna, Torino e Venezia hanno ripetutamente accolto ricorsi d’urgenza presentati da richiedenti asilo, ordinando alle Questure di fissare appuntamenti per la formalizzazione delle domande. Queste decisioni, tuttavia, non hanno portato a un cambiamento strutturale nelle pratiche amministrative.

L’Asgi denuncia come i ritardi nella formalizzazione delle domande d’asilo violino non solo la direttiva Ue, ma anche l’articolo 18 della Carta dei diritti fondamentali, rendendo di fatto inefficace il diritto d’asilo. Tali ritardi innescano una catena di violazioni di altri diritti fondamentali, dalla dignità umana al diritto al lavoro, fino alla libertà di movimento. È per questo che l’associazione chiede alla Commissione Europea di intervenire, avviando una procedura di infrazione contro l’Italia.