di Claudio Zoccheddu
La Nuova Sardegna, 16 ottobre 2024
La deputata di Avs ha visitato il Centro di permanenza per i rimpatri: all’interno migranti, detenuti con problemi psichici. Il report diventerà un esposto alla Procura di Nuoro. La descrizione non lascia spazio alle interpretazioni: lager. Il Cpr di Macomer, cioè il Centro di permanenza per i rimpatri, descritto durante la conferenza stampa della deputata Francesca Ghirra, pare una struttura che arriva dal passato più buio dell’umanità, dove il rispetto dei diritti umani non sembra ammesso all’ingresso. Il racconto è devastante già a partire dai presupposti: “Quello di Macomer è il più impenetrabile tra i Cpr italiani”, ha ripetuto più volte l’avvocato Cesare Mariani, che ha partecipato alla visita per conto dell’associazione Naga. Dentro il centro, in cui dovrebbero finire le persone raggiunte da provvedimenti amministrativi, la delegazione guidata dalla deputata Ghirra ha trovato invece persone con problemi psichici, quasi tutti migranti, ma anche persone che in quel Cpr non ci sarebbero mai dovute finire e che invece hanno trascorso anni dentro uno stabile che sarebbe dovuto essere un carcere di massima sicurezza ma che, non avendo raggiunto i requisiti necessari, è stato adibito a Cpr: “Non era sufficientemente sicuro per i detenuti in regime di 41bis, ma invece può ospitare i migranti”, ha sottolineato il medico Nicola Cocco, anche lui parte della delegazione ammessa nella struttura.
Difficile spiegare la presenza di un uomo di nazionalità statunitense, del tutto avulso dal mondo “esterno” e convinto di essere la reincarnazione di Richard Nixon, o di un giovanissimo nordafricano, nato forse nel 2004 ma registrato all’anagrafe del Crp come se fosse un uomo del 1984, ma anche di un società esterna alla struttura, composta perlopiù da cittadini marocchini che avrebbero dovuto fare da interpreti ma che, secondo il racconto dei testimoni, in realtà gestiva l’intera struttura seguendo il principio di “Africa comanda Africa”.
E poi tante altre persone che, pur di farsi sentire, erano arrivate ad autoinfliggersi pesantissime ferite o a praticare atti di picacismo, cioè mangiare cose non commestibili, come gli escrementi. Una situazione condita dai racconti delle violenze subite dai detenuti, raccontate in prima persona da Omar, ex ospite della struttura, oggi finalmente libero, che ha offerto un terribile spaccato della vita all’interno del “lager” di Macomer.
Il report prodotto dalla deputata Ghirra e dalle associazioni “Naga” e “Mai più lager- No ai Cpr” diventerà un esposto che verrà trasmesso alla Procura di Nuoro in modo che si possa finalmente accendere la luce sul “Cpr più impenetrabile d’Italia”.