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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 16 novembre 2023

Detenzione illegittima, ostacoli all’accesso all’asilo, mancanza di informativa legale, violazione della libertà di corrispondenza telefonica. Mentre si propone una sorta di esternalizzazione dei centri di accoglienza, vedasi l’accordo con l’Albania, permangono le criticità delle strutture del nostro Paese. Ancora è critica la situazione dell’hotspot di Pantelleria. E ciò emerge dal report dell’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) realizzato nell’ambito del Progetto InLimine.

Gli hotspot, luoghi designati per l’identificazione e la selezione dei migranti, sono diventati un aspetto critico della gestione delle migrazioni nel Paese. Uno di questi luoghi è Pantelleria, che è al centro di una serie di problematiche gravi e sistematiche. Una delle principali criticità riscontrate dal report di Asgi riguarda la detenzione illegittima delle persone migranti. Queste persone vengono trattenute all’interno degli hotspot durante le procedure di identificazione e determinazione della condizione giuridica, spesso prolungandosi fino al trasferimento nei famigerati centri di permanenza e rimpatrio (Cpr).

Questa privazione di libertà - secondo l’associazione - avviene senza una base legale e senza alcun controllo giurisdizionale, violando così i principi sanciti dall’articolo 13 della Costituzione e dall’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Inoltre, l’accesso al diritto di asilo è ostacolato da una selezione illegittima delle persone che possono accedere a tale diritto. Questo approccio viola i diritti fondamentali dei cittadini e delle cittadine straniere in ingresso, mettendo in discussione il principio stesso del diritto di asilo. Un’altra criticità evidenziata a Pantelleria dallo studio aggiornato dell’Asgi, riguarda l’inadeguatezza dell’attività di informazione e l’assenza totale di assistenza legale per le persone migranti. Queste persone si trovano in una situazione di totale isolamento, privati non solo della libertà personale ma anche dei diritti fondamentali all’assistenza legale e all’informazione. Questa mancanza di supporto legale compromette ulteriormente i loro diritti e rappresenta una violazione dei principi di giustizia e uguaglianza.

Nel contesto di restrizione della libertà personale e di movimento, è fondamentale garantire la libertà di corrispondenza telefonica con l’esterno. Tuttavia, a Pantelleria, le persone migranti subiscono limitazioni nella comunicazione con il mondo esterno. Anche se viene fornita loro una scheda di telefonia mobile, l’uso del telefono è strettamente controllato e limitato negli orari, senza alcuna tutela della privacy delle persone. Questo, oltre a violare il diritto alla libertà di comunicazione, ha implicazioni dirette sulla loro vita privata, familiare e sul diritto all’informazione. Il caso di Pantelleria mette in luce gravi violazioni dei diritti umani fondamentali delle persone migranti, inclusi il diritto alla libertà personale, all’assistenza legale, alla libertà di comunicazione e all’asilo. Replicare questa situazione in Paesi terzi, non aiuta, ma può complicare ancora di più la questione del diritto di difesa del migrante.