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di Virginia Piccolillo

La Repubblica, 23 agosto 2023

Pochi centri di accoglienza dedicati: in tanti finiscono con gli adulti e gli affidi sono fermi al palo. La dem Zampa, autrice della norma: sulla carta il sistema funziona, ma tutti devono attivarsi

Migranti, l’allarme minori non accompagnati: oltre 20 mila, quasi 9 su 10 maschi.

Ci ricordiamo di guardarli quasi solo quando li troviamo protagonisti di una tragedia, senza vita sulle spiagge, nelle foto sui giornali. Altrimenti gli adolescenti e i bambini che arrivano nel nostro Paese da soli vengono spesso considerati solo come numeri di un’”emergenza” che contrappone i Comuni al governo. Oggetto di uno scambio di accuse sulla loro accoglienza. E su cosa abbia funzionato nella legge firmata da Sandra Zampa (“del Pd”, si sottolinea al Viminale) e cosa no. Il governo studia un “tagliando” della norma e una stretta sulla verifica dell’età dei migranti, nel decreto scurezza di settembre.

Per capire occorre partire da un dato: quanti sono i minori stranieri non accompagnati accolti nel nostro Paese. L’ultimo aggiornamento, al 31 luglio, ne ha censiti 21.710 - alla stessa data del 2022 erano stati 16.470 - con una percentuale di maschi nettamente superiore di bambine e ragazze: una su dieci, appena il 12,8%. La maggior parte, ben il 44,6%, ha 17 anni. Un quarto, il 25,4%, ha 16 anni; poco più di uno su dieci, l’11,9%, ne ha 15. Poi ci sono i più piccoli. La fascia tra 7 e 14 anni è il 16%. Quindi i bimbi smarriti, quelli che hanno da zero a due anni che nel caos delle partenze restano separati da mamme e papà. Sono il 2%. La nazionalità prevalente è egiziana, 24,7%, il 20,4 dalla Tunisia, e poi Guinea, Costa d’Avorio, Gambia. La distribuzione geografica non è omogenea. E questo è il primo problema. Il 23,8% viene accolto in Sicilia, il 12,9% Lombardia e l’8,3% nell’Emilia-Romagna, il 6,7% nella Campania, il 6,3% in Puglia, il 6,2% in Calabria, il 5,8% nel Lazio.

Tutti, sottolinea Raffaela Milano di Save the Children “sono in una condizione di particolare vulnerabilità, viaggiano senza adulti di riferimento e per molti il rischio è che se non si attiva subito un’accoglienza e una rete di protezione possano diventare facile preda di circuiti di illegalità e sfruttamento”.

La legge Zampa, in accordo con le convenzioni internazionali, prevede che siano considerati minori prima ancora che stranieri. Non sempre accade. Per loro la legge prevede l’accogienza in centri dedicati e con standard di qualità elevati. Prima falla: non ce ne sono a sufficienza e alcuni hanno standard pessimi. La destinazione dovrebbe essere decisa entro 30 giorni: o in affido familiare o in comunità di accoglienza gestite dai Comuni. Ma i centri di accoglienza sono insufficienti e i minori finiscono in quelli per adulti, gli affidi sono fermi al palo, i centri in comunità non sono sufficienti, i tutori volontari, figura adulta di riferimento che dovrebbe essere abbinata a ciascun minore, sono pochi. “La legge sulla carta funziona - assicura Sandra Zampa -. Ma tutti devono attivarsi: il governo nella prima accoglienza, Comuni e Regioni per la parte loro, l ‘autorità dell’infanzia deve pubblicizzare affidi e possibilità di fare i tutori dei ragazzi, la società civile offrirsi di farlo, il fondo per minori stranieri va alimentato e i posti in comunità ampliati. Ciascuno deve fare la sua parte”.