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di Claudio Del Frate

Corriere della Sera, 15 luglio 2023

Frontex: 1.900 migranti scomparsi nel Mediterraneo nel solo mese di giugno. L’Agenzia Ue specifica che la rotta più pericolosa resta quella che va dalla Libia (o dalla Tunisia) all’Italia.

“Le traversate marittime rimangono estremamente pericolose. Secondo i dati dell’Oim, nel solo mese di giugno sono scomparse nel Mediterraneo quasi 1.900 persone, la maggior parte lungo la rotta del Mediterraneo centrale”. Lo afferma in una nota Frontex, l’Agenzia europea per la protezione dei confini. Il dato viene diffuso nelle stesse ore in cui è stata annunciata una nuova missione a Tunisi della premier Giorgia Meloni con la presidente Ue Ursula von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte.

I 1.900 migranti “scomparsi” (e dunque da considerarsi morti) conteggiati da Frontex rappresentano uno dei peggiori degli ultimi anni: su di esso pesa la tragedia del peschereccio naufragato a 47 miglia dalle coste greche. Il Mediterraneo centrale rimane la principale rotta migratoria verso l’Ue e rappresenta quasi la metà di tutti i rilevamenti alle frontiere nel periodo gennaio-giugno. Il numero di rilevamenti è salito a quasi 65.600, il numero più alto su questa rotta per questo periodo dal 2017 e quasi il 140% in più rispetto a un anno fa. La pressione maggiore - sottolinea Frontex - arriva dunque da Libia e Tunisia.

Secondo quanto riferiscono i dati diffusi da Unicef, nello stesso periodo di tempo (da gennaio a giugno 2023) 289 bambini hanno perso la vita in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa (11 bambini morti o scomparsi ogni settimana). L’organizzazione stima che 11.600 bimbi - una media di 428 bambini a settimana - sono arrivati sulle coste dell’Italia dal Nord Africa da gennaio. Questo dato rappresenta un aumento di due volte rispetto allo stesso periodo del 2022, nonostante i gravi rischi corsi. La maggior parte dei bambini parte dalla Libia e dalla Tunisia, dopo aver affrontato viaggi pericolosi da Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. E proprio a largo di Sfax, in Tunisia, ieri la Guardia Costiera locale ha recuperato 13 corpi nel salvataggio di un barchino con circa 40 persone a bordo.

Riveste dunque ancor maggiore importanza la missione che Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Mark Rutte si apprestano a compiere a Tunisi. Il presidente Kais Saied ha chiesto aiuti economici in cambio del controllo sulle partenze dei migranti, Bruxelles ha messo sul piatto fin da subito 900 milioni di euro ma resta irrisolto il nodo degli aiuti che il Fondo Monetario internazionale tiene bloccati. Quest’ultimo chiede riforme in campo economico (tra cui l’abolizione di sussidi) in cambio dei nuovi crediti, riforme che però Tunisi non è disposta a concedere.

Su Kais Saied pesano inoltre le accuse di aver instaurato un regime autoritario e di aver adottato una politica durissima nei confronti dei migranti che entrano nel Paese dal Sahara; video diffusi da organizzazioni umanitarie hanno documentato in questi giorni le violenze a cui sono sottoposti i migranti bloccati nella zona di Sfax.