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di Alfredo Marsala

Il Manifesto, 29 agosto 2023

La protesta. 56 organizzazioni scrivono una nota ufficiale contro il governo italiano. Intanto, il maltempo ferma momentaneamente gli sbarchi. Navi e aerei militari per cercare di svuotare l’hotspot di Lampedusa ma il problema si sposta a Porto Empedocle.

Mentre il vento di maestrale nelle ultime 48 ore ha impedito nuovi sbarchi a Lampedusa dove l’hotspot rimane al collasso, arriva la richiesta di 56 Ong all’Ue di intervenire contro “l’illegittima ostruzione” della flotta umanitaria da parte del governo Meloni, che ha fermato nei giorni scorsi la nave Aurora della Sea Watch per avere “disobbedito” senza attraccare a Trapani, la Open Arms che dovrà restare ferma nel porto di Carrara per 20 giorni, e la Sea-Eye 4 che non potrà lasciare il porto di Salerno per oltre due settimane.

Quello all’Europa è un appello accorato: “Tutte le navi civili di ricerca e salvataggio devono essere rilasciate immediatamente e qualsiasi multa derivante dalla nuova legge italiana deve essere eliminata; il diritto marittimo internazionale e i diritti umani devono costituire il quadro di riferimento per tutti coloro che operano in mare: altrimenti ci saranno altri morti in mare”. L’appello delle Ong, diventato virale sui social, è stato scritto nel giorno in cui la Ocean Viking, di Sos Mediterranée, è arrivata nel porto di Napoli con 254 migranti dopo averne sbarcati una parte a Vibo Valentia. Nel porto di Livorno ha invece già attraccato la Humanty 1 dell’Ong tedesca con 57 persone salvate da un barcone in difficoltà al largo delle coste libiche. A Brindisi due giorni fa lo sbarco dei 168 migranti arrivati con la Geo Barents di Medici senza frontiere, mentre il 23 agosto la Life Support aveva fatto sbarcare in Abruzzo 40 persone soccorse in zona Sar maltese.

Nelle coste nordafricane ci sarebbero almeno 4 mila persone pronte a partire non appena le condizioni meteomarine lo consentiranno. Fino a ieri mattina nell’hotspot di Lampedusa c’erano 3.593 migranti, fra cui 211 minori non accompagnati. Col mare piatto, prima dell’arrivo del maestrale, erano sbarcate nell’isola 325 persone mentre ne venivano trasferite 947 con traghetti e voli militari. Su disposizione della prefettura di Agrigento, ieri, hanno lasciato l’isola 790 migranti: 70 sono saliti su un volo militare con destinazione Palermo, altri due contingenti di 140 naufraghi sono partiti per Venezia e Genova. Su un cacciatorpediniere della marina militare sono stati imbarcati in serata 650 persone, destinazione Augusta. Se le condizioni del mare lo permetteranno, oggi dovrebbe arrivare la nave militare Dattilo che sposterà verso Augusta, Pozzallo e Catania altre 750 persone, mentre la nave “Lampedusa” dovrebbe essere autorizzata a imbarcare 600 persone per andare a Trapani.

“Siamo consapevoli e lo eravamo sin dall’inizio che gestire l’hotspot di Lampedusa fosse una sfida complessa. La Croce Rossa Italiana è stata e continua a essere un avamposto di umanità in un fenomeno, quello migratorio, che spesso rischia di dare numeri al posto di volti umani a chi approda disperatamente alle porte dell’Europa”, dice Rosario Valastro, presidente della Cri. “Non cederemo mai di fronte alle emergenze - avverte - ma ogni operazione umanitaria ha bisogno di una macchina che funzioni perché fa parte di un ingranaggio complesso di cui sono parte essenziale la sicurezza, l’integrazione, la gestione dei flussi, la lotta ai trafficanti di esseri umani, le politiche tra gli Stati e la cooperazione internazionale”. Per il sindacato di polizia Siap “a Lampedusa, con un flusso di centinaia di migranti che sbarcano quotidianamente, non solo non si riesce a svuotare l’hotspot, ma diventa impossibile contenere le presenze entro limiti accettabili”. Complicata la situazione anche a Porto Empedocle, dove nell’area sbarchi e preidentificazioni c’erano fino a ieri mattina 818 persone. La prefettura ha recuperato alcuni pullman per i primi trasferimenti: 50 nelle Marche e 200 in Lombardia. Ma il piano prevede in totale 560 trasferimenti.