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di Eleonora Camilli

La Stampa, 13 settembre 2023

I tedeschi bloccano il meccanismo di scambio automatico con l’Italia. Parigi aumenta la stretta ai nostri confini: Roma si ritrova di nuovo da sola. La Germania sospende il meccanismo di ammissione volontaria dei richiedenti asilo provenienti dall’Italia. La Francia blinda il confine tra Mentone e Ventimiglia. Nelle ore in cui riprendono a ritmo serrato gli arrivi nel Mediterraneo centrale, con picchi anche di duemila persone sbarcate al giorno, i due paesi europei chiudono le porte ai migranti in arrivo dall’Italia. Secondo il quotidiano “Die Welt”, che cita ambienti del ministero dell’Interno, il governo tedesco avrebbe inviato una lettera a Roma per comunicare la sospensione delle accoglienze dei rifugiati presenti nel nostro paese, da ricollocare in Germania nell’ambito del “meccanismo volontario di solidarietà”. Alla base, spiega il ministero dell’Interno tedesco, c’è “l’elevata pressione migratoria verso la Germania” e la “sospensione in corso dei trasferimenti previsti dalla Convenzione di Dublino”. L’Italia, dunque, non sta vigilando sul passaggio di persone dai suoi confini verso gli altri Paesi. Non solo, ma non sta neanche riammettendo i cosiddetti “dublinati”, cioè le persone che hanno fatto il primo ingresso Ue in Italia e poi si sono spostati irregolarmente verso altri stati membri. Secondo il Regolamento di Dublino la competenza per l’asilo è del primo Paese di approdo. E se passano una frontiera prima della fine dell’iter della domanda devono essere rimandati indietro. L’Italia, però, da almeno nove mesi ha sospeso le riammissioni, per motivi tecnici e per mancanza di capacità di accoglienza dovuta a un flusso migratorio che sfiora i 120 mila arrivi. E la Germania, che ospita già il maggior numero di rifugiati in Europa, non ci sta. Così rischia di vacillare ancora il progetto di distribuzione temporanea avviato dal ministro federale degli Interni Faeser (Spd) insieme al suo omologo francese. L’obiettivo era distribuire 10.000 richiedenti asilo provenienti dai paesi frontalieri verso gli altri stati. In Germania e Francia nell’agosto 2023 sono state redistribuite circa 2.500 persone. Ora le cose si complicano. E anche Parigi annuncia una stretta.

“Abbiamo avuto un aumento dei flussi del 100%” ha detto il ministro dell’Interno Grald Darmanin in visita a Mentone. Per questo il governo ha intenzione di aumentare le unità dispiegate alla frontiera, che passeranno da due a quattro per un totale di oltre 200 agenti. Verrà anche incrementato il numero di soldati addetti alla ricognizione notturna, nell’ambito dell’operazione Sentinel. La volontà di stoppare i passaggi alla frontiera tra Italia e Francia era stata già annunciata dal primo ministro francese Elisabeth Borne nell’aprile scorso. Ora l’Eliseo ha intenzione anche di allargare la fascia di territorio entro cui i migranti possono essere rimpatriati e che attualmente è fissata a 20 chilometri. Inoltre, Darmanin parla anche di un rafforzamento della lotta contro i “passeur”, che aiutano i migranti a varcare il confine: “Molti strumenti tecnologici, una migliore organizzazione e in primavera, spero, una nuova legislazione che ci aiuterà ulteriormente nella lotta”.

Non è la prima volta che i due paesi contestano all’Italia una gestione non corretta della migrazione e una scarsa vigilanza delle frontiere. Il tira e molla con la Germania sui “casi Dublino” va avanti da anni. Lo stesso accade ormai ciclicamente al confine con la Francia. A questo si aggiungono le frizioni tra Macron e Meloni: nel novembre 2022, dopo il caso Ocean Viking, inviato a Tolone per lo sbarco dei migranti, anche Parigi aveva deciso di sfilarsi dal meccanismo di redistribuzione. A causare ulteriori malumori contribuisce, inoltre, il protagonismo italiano in nord Africa, dopo la Conferenza di Roma e l’accordo con la Tunisia gestito direttamente con l’Ue, i rapporti sarebbero sempre più tesi.

Intanto in Italia il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi annuncia nuovi provvedimenti legislativi. “Questo governo si ripromette di limitare o interrompere quanto prima il flusso di migranti, specialmente dal Nord Africa, attraverso soluzioni stabili e durature, che però richiedono tempo - spiega - Abbiamo in cantiere degli interventi normativi per cercare di alleviare i Comuni e i territori da questo importante impegno, trovando un equilibrio per non far mancare le tutele ai minori”.