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di Alessandra Ziniti

La Repubblica, 11 ottobre 2023

Salvini intende proporre l’affidamento della giurisdizione sull’immigrazione al Tar o alle Corti d’appello. Attesa per oggi una nuova sentenza della Apostolico sul trattenimento di quattro tunisini. Da dieci giorni sulla graticola, Iolanda Apostolico non si lascia condizionare dalla bufera che l’ha investita e torna a decidere sul trattenimento di alcuni richiedenti asilo rinchiusi nel centro di Pozzallo. Proprio nelle stesse ore in cui la Lega decide di alzare ulteriormente il tiro e proporre una riforma di quelle sezioni immigrazione che, pezzo dopo pezzo (come già avvenuto con i decreti sicurezza Salvini) stanno smontando le nuove norme. E allora - è la proposta alle forze di maggioranza - meglio togliere la giurisdizione ai tribunali in cui le toghe di sinistra offrono la loro disponibilità ad occuparsi della materia e affidarla al Tar o alle Corti d’appello dove si ritiene che siedano magistrati più terzi.

Attesa per il nuovo provvedimento - Qualunque sarà la sua decisione, il nuovo provvedimento che la giudice Apostolico depositerà oggi rinfocolerà le polemiche. Presumibile che non convalidi neanche questa volta, come per altro fatto anche dal collega Rosario Cuprì che domenica ha, a sua volta, disposto la liberazione di altri sei tunisini trattenuti a Pozzallo. Anche se, questa volta, il decreto di trattenimento emesso dal questore di Ragusa Vincenzo Trombadore non è una fotocopia dei due precedentemente bocciati. Non più solo la generica provenienza dalla Tunisia, ritenuto dall’Italia Paese sicuro, a motivare il trattenimento nel centro richiedenti asilo di Pozzallo ma argomentazioni più articolate e il parere della Commissione territoriale per l’asilo sulle procedure accelerate di frontiera. E resta insuperabile l’obiezione che le procedure accelerate di frontiera vanno fatte nel luogo di sbarco (in questo caso Lampedusa e non Pozzallo) e che la cauzione in cambio della libertà è ritenuta illegittima.

Il braccio di ferro governo - giudici - Qualunque sarà, il verdetto che la giudice Apostolico si appresta ad emettere andrà ad innestarsi nel braccio di ferro tra il governo e i tribunali che in questi giorni e nei prossimi mesi si troveranno a dover applicare molte delle nuove norme contenute nel decreto Cutro e in quelli collegati con il rischio di vederle demolire una sentenza dietro l’altra. Anche per questo ieri la Lega ha pensato di tirare un altro sasso nelle acque già agitate, annunciando l’intenzione di riformare le sezioni immigrazione dei tribunali, quelle nelle quali - a suo avviso - si annidano le toghe di sinistra che avversano la politica migratoria del governo.

La Lega: l’immigrazione al Tar o alla Corte d’appello - L’idea - che atterrerà nei prossimi giorni in un vero e proprio testo da sottoporre alle forze di maggioranza - è quella di “ rivedere composizione e prerogative delle sezioni, per garantire una maggiore celerità nei responsi e una piena terzietà dei pronunciamenti”.

Cento giuristi con la Apostolico - Per oggi, in Parlamento è attesa la risposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alle interrogazioni che chiedevano di chiarire origine e modalità di trasmissione del video diffuso da Matteo Salvini sulla giudice Apostolico. A sostegno della quale è arrivato un documento sottoscritto da cento giuristi, primo firmatario Luigi Ferrajoli. L’attacco che le è stato “rivolto dal governo, e in particolare del ministro Matteo Salvini è un’aperta aggressione a due fondamentali principi della Costituzione repubblicana: la separazione dei poteri e l’indipendenza della giurisdizione e la libertà di riunione esercitata dalla cittadina Apostolico”, affermano i firmatari secondo i quali “ non è tollerabile, in uno stato di diritto, che il potere politico aggredisca il/la giudice che lo ha emesso, con insulti e minacce dotate di una carica intimidatoria senza precedenti nel pur lungo e penoso conflitto tra politica e giustizia che avvelena il nostro paese da oltre trent’anni”.