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di Don Mattia Ferrari

La Stampa, 5 aprile 2024

L’escalation di guerre e violenza nel mondo è in atto anche nel nostro mare, il Mediterraneo, ai danni delle persone migranti che lo attraversano in cerca di vita e fraternità, e contro le persone che si fanno loro prossime. Ieri pomeriggio, mentre la Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Humans, stava effettuando un’operazione di soccorso, è sopraggiunta a tutta velocità una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica, apparato che viene finanziato e allestito dall’Italia. La motovedetta libica ha minacciato l’equipaggio di Mediterranea, perché interrompesse il soccorso e ha iniziato a sparare colpi d’arma da fuoco contro il gommone (rhib) dei soccorritori. In conseguenza di ciò, molte persone migranti sono finite in acqua. Mediterranea è riuscita a recuperarne alcune, altre le hanno prese i miliziani libici. Questo fatto è gravissimo ed è solo l’ultimo atto della violenza che viene perpetrata nel nostro mare.

La strage dei naufragi, che dura da anni, ha visto già circa 400 vittime in questo 2024. Accanto ai naufragi, il Mediterraneo è segnato anche dal crimine dei respingimenti e delle deportazioni nei lager libici: sono già circa 4000 le persone catturate in mare dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica nei primi mesi di quest’anno. Tali respingimenti, come noto, sono finanziati dall’Italia e dall’Europa, che dagli accordi del 2017, sempre rinnovati, elargiscono fondi e motovedette alla Libia per compiere questo lavoro, spesso svolto da miliziani coordinati da boss della mafia libica, come il famigerato Bija, già sanzionato dall’Onu e oggetto di alert dell’Interpol. L’Onu, nel report pubblicato la scorsa estate, ha denunciato per l’ennesima volta come contestualmente al respingimento e allo sbarco sulle coste libiche avvenga la deportazione di molte di queste persone nei lager gestiti dalla mafia libica. Nonostante le innumerevoli denunce della società civile, dei giornalisti coraggiosi, delle Nazioni Unite e di tanti altri, nulla è cambiato e i nostri Paesi continuano a finanziare questo sistema di respingimento e deportazione. Le navi della flotta civile che soccorrono le persone migranti creano un problema per i miliziani libici proprio perché contrastano attivamente questo sistema su cui la mafia libica prospera. Mediterranea e tutte le altre realtà della società civile che operano in mare continuano a essere quell’elemento che disobbedisce alla disumanità, scardina il regime dei respingimenti, contrasta le mafie libiche e riafferma il valore umano e politico della fraternità. Perché, come ha affermato Papa Francesco all’incontro del Mediterraneo a Marsiglia, siamo a un bivio di civiltà: da una parte l’indifferenza, che insanguina il Mediterraneo, dall’altra la fraternità, che feconda di bene la comunità umana. Due sono le strade, ma una sola è quella che salva. Il bivio è davanti a noi e tutti quanti saremo responsabili della nostra scelta davanti alla Storia.