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di Carlo Lania

Il Manifesto, 15 aprile 2023

Con un subemendamento al decreto Cutro in discussione al Senato Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia tentano il (quasi) colpo di spugna. Evitata fino all’ultimo dal governo per timore di uno scontro con il Quirinale, alla fine la stretta sulla protezione speciale è arrivata sotto forma di un subemendamento della maggioranza al decreto Cutro in discussione nella commissione Affari costituzionali del Senato. La proposta di modifica, firmata dai senatori Gasparri (Fi), Lisei (FdI) e Pirovano (Lega) cancella la convertibilità del permesso di soggiorno in permesso di lavoro non solo per chi si è visto riconoscere la forma di protezione introdotta nel 2020 dal governo Conte 2, ma anche per coloro che hanno ottenuto il permesso di rimanere in Italia per calamità naturali o per cure mediche. Con lo stesso subemendamento, inoltre, si limita il divieto di espellere persone affette da gravi patologie solo se queste non sono adeguatamente curabili nel paese di origine.

Almeno per il momento la Lega può cantare vittoria dopo aver visto i propri emendamenti ignorati dal governo. Del resto che per il Carroccio la battaglia fosse tutt’altro che finita lo aveva fatto capire fin da ieri mattina Nicola Molteni. “La protezione speciale ha creato problemi a tribunali e questure e verrà tolta con la conversione del decreto immigrazione. Daremo un giro di vite e verrà azzerata”, aveva annunciato il sottosegretario leghista all’Interno.

Parole che in serata si sono trasformate nel subemendamento che suona però come una forzatura nei confronti dell’esecutivo. Interpretazione smentita da Marco Lisei. “Si tratta di una proposta di modifica corposa, alla quale abbiamo lavorato a più mani”, spiega il senatore di Fratelli d’Italia che ricorda come l’abolizione della protezione speciale trovi d’accordo anche la premier Giorgia Meloni. E dalla maggioranza assicurano anche che le modifiche proposte tengono contro dei rilievi sollevati dal Quirinale nei giorni in cui il decreto è stato varato, dopo la tragedia di Cutro.

Bisogna vedere adesso cosa accadrà nei prossimi giorni. Lunedì la commissione Affari costituzionali tornerà a riunirsi con le opposizioni che hanno preparato 430 emendamenti, 250 dei quali del Pd, alle modifiche presentate giovedì dal governo. Resta però ancora in sospeso il parere dell’esecutivo sui 21 emendamenti del Carroccio, finora accantonati, e da ieri sera anche al subemedamnto della maggioranza. A questo punto è quasi scontato che la commissione interromperà i lavori e consenta al decreto di arrivare in aula senza relatore martedì 18, come del resto era previsto. Sarà lì che si capirà se l’iniziativa avrà l’avallo del governo e porterà a una drastica riduzione della protezione speciale.

La mossa della maggioranza è stata duramente criticata dalle opposizioni, con capogruppo dem in commissione Affari costituzionali Andrea Giorgis che parla di “ scelta irresponsabile e dannosa per tutti”. “Il principale effetto di una riduzione o, peggio, di una abrogazione della protezione speciale - prosegue Giorgis - sarebbe quello di aumentare il numero delle persone irregolari (con tutto ciò che comporta la condizione di irregolarità) e contemporaneamente il contenzioso, perché la protezione speciale gode di una copertura costituzionale (art 10) e internazionale (art 8 Cedu e art 18 Carta di Nizza).

“La maggioranza, succube della Lega, presenta emendamenti a quel decreto che stravolgono e aboliscono la protezione speciale”, attacca anche il capogruppo dem in Senato, Francesco Boccia, per il quale quelle della maggioranza sono “scelte che nulla hanno a che fare con l’umanità ma sono figlie di una pericolosa demagogia”. “La maggioranza - afferma invece il segretario di +Europa, Riccardo magi - svela la volontà di colpire le vittime del traffico e di non dare protezione anche a chi rischia la propria sicurezza e la vita se dovesse essere espulso”. Anche per Magi “eliminare la protezione speciale porterà ad aumentare il numero di irregolari, l’opposto di quello che servirebbe al nostro Paese”.