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di Giusi Fasano

Corriere della Sera, 31 luglio 2023

La replica al racconto di tre testimoni, che dicono di aver visto “un elicottero che sorvolava” il caicco sul quale si trovavano. Sarà la Procura a sciogliere i nodi. “Il pomeriggio e la sera prima del naufragio di Cutro nessun elicottero della Guardia costiera si è alzato in volo dalle nostre basi per sorvolare un’aera compatibile con la possibile posizione del barcone in quelle ore”. Così fonti della Guardia Costiera replicano alla notizia della presenza di un elicottero - raccontata da alcuni sopravvissuti (qui la video testimonianza) - sul caicco poi naufragato a Cutro. O quantomeno: non un nostro elicottero, dicono dalla Guardia Costiera. Dove nelle ultime ore, dopo la diffusione della notizia, hanno controllato i piani di volo dei loro elicotteri in quelle ore e hanno diffuso una nota ufficiale: “Si smentisce - dicono - che ci fossero in volo elicotteri della Guardia Costiera italiana”.

Resta in piedi la richiesta di verifica presentata alla procura di Crotone da tre avvocati difensori di otto dei sopravvissuti. E sono proprio tre di quei sopravvissuti ad aver parlato agli avvocati della presenza di un elicottero che poi hanno riconosciuto in fotografia come uguale a quello della Guardia Costiera. Le livree delle Costiere dei vari paesi sono simili. Potrebbero aver confuso il velivolo con la Guardia costiera greca, anche se il colore sulla coda in quel caso non è rosso, come loro indicano.

Quando sono stati sentiti, i tre testimoni erano in campi profughi differenti e lontani. È difficile anche solo ipotizzare che si siano messi d’accordo per diffondere un dettaglio non vero di questo genere. Ne hanno parlato spontaneamente agli avvocati che soltanto in un secondo momento hanno mostrato loro le fotografie degli elicotteri chiedendo se li riconoscevano. La memoria di “un elicottero che ha sorvolato la barca” con le caratteristiche descritte nelle video testimonianze diventa un giallo. Del resto i piani di volo della Guardia Costiera sono annotati formalmente. Sarà la Procura a sciogliere i nodi. Salvini interviene a difesa della Guardia Costiera: “Campagna di fango e menzogne: insinuare che qualcuno non sia intervenuto di proposito, pur capendo il potenziale pericolo, è un insulto all’Italia intera”.