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di Roberto Saviano

Corriere della Sera, 20 ottobre 2023

La scelta non è tra accogliere e non accogliere. L’unica scelta che abbiamo è tra accogliere bene ed accogliere male. E Mimmo Lucano ci ha mostrato il modo per accogliere bene. I fatti giudiziari sono questi, Mimmo Lucano, al tempo sindaco di Riace, è stato accusato dalla Procura di Locri di associazione a delinquere, peculato e truffa per la gestione del modello Riace. Ma ora sono caduti, uno dopo l’altro, tutti i capi d’imputazione, tanto che dai 13 anni e due mesi si è giunti a una condanna di un anno e sei mesi. La sproporzione è sotto gli occhi di tutti. Resta questo capo di imputazione: aver firmato la determina, propedeutica alla liquidazione in favore dei richiedenti protezione internazionale, dei fondi relativi al semestre luglio-dicembre 2016, attestando falsamente di aver proceduto a effettuare i controlli.

Quindi è chiaro a tutti che l’assunto iniziale dell’accusa, che ipotizzava una finalità di arricchimento personale da parte di Mimmo Lucano, non ha e non aveva motivo di esistere. Non ha e non aveva motivo di esistere l’accanimento mediatico che ha, attraverso la demolizione dell’uomo Mimmo Lucano, cancellato ogni possibilità in Italia di continuare il suo esperimento visionario, la sua idea di ripopolamento di un Sud desertificato dall’emigrazione. E farlo praticando solidarietà. Mimmo Lucano in questa foto è con un bambino, nella sua Riace. L’ho scelta perché fanno insieme il segno di vittoria. V per vittoria. Non V per vendetta. Vendetta mai, perché non c’è tempo; adesso è il tempo di ricostruire tutto, di riprovare a mettere in piedi un sistema considerato all’estero e premiato come eccellenza.

Il modello Riace ci ha insegnato che l’accoglienza fa bene non solo a chi è accolto ma anche a chi accoglie. Ha rappresentato per anni un’alternativa concreta ai casermoni, alle palestre, agli hotel affittati in cui disperati vengono stipati. Riace ha dimostrato che è possibile accogliere dove gli emigranti hanno lasciato terra abbandonata. Riace è stata la prova provata che accogliere può significare rinascita sociale, economica e anche politica. Nella Calabria della disoccupazione al 20%, con il modello Riace sono state create due cooperative per la differenziata, un asilo nido, i progetti d’accoglienza, il turismo solidale e molto altro. Quando il modello Riace accoglieva “a pieno regime”, in paese lavoravano circa 100 persone, almeno 80 riacesi di nascita: praticamente l’impatto occupazionale della Fiat, in un paese di circa 1.700 abitanti.

Nella Riace di Lucano non si pagava l’Irpef comunale e nemmeno l’occupazione del suolo pubblico per le attività commerciali. Lo scuolabus nelle contrade era gratis. La carta d’identità non si pagava (di questo Lucano è stato accusato per danno erariale). Nella Calabria del disastro sanitario, il modello Riace ha portato fin lì un ambulatorio medico al servizio non solo dei beneficiari dei progetti ma di tutto l’hinterland scoperto da qualunque servizio pubblico sanitario. Per tutto questo il modello Riace non lo definirei un modello per migranti; è assai più calzante parlare di “modello di cittadinanza” e non solo quindi di accoglienza. Un modello efficace con cui lo Stato risparmia. Risparmia quando non si pagano affitti esorbitanti per megastrutture in cui depositare persone, come ville e hotel. Risparmia quando non si ricorre alle banche pagando gli interessi per i ritardi ministeriali.

Non solo, i “bonus” adottati a Riace per sopperire ai ritardi del ministero, venivano consegnati direttamente ai beneficiari che erano così liberi di fare la spesa loro stessi sul territorio, eliminando l’orribile meccanismo di dipendenza delle buste della spesa che abitualmente gli operatori consegnano ai rifugiati. I famosi 35 euro al giorno (quelli su cui la destra ha costruito tanta propaganda) a Riace non venivano usati in modo assistenziale e parassitario, ma investiti per creare posti di lavoro, istituire borse di lavoro. E questo ha portato una ricaduta sul territorio. Verrebbe da dire, assecondando un luogo comune che vede il Sud sempre ultimo e sempre inefficiente, che se tutto questo è stato possibile a Riace, nell’entroterra calabrese, è possibile ovunque. Questo rendeva il miracolo di Riace così potentemente simbolico, perché riproducibile in moltissime realtà mediterranee. E aver dimostrato che tutto questo è stato ed è possibile ci rende tutti debitori verso Mimmo Lucano, che ci ha regalato un sogno.