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di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 22 novembre 2023

La svolta dopo le comunicazioni di Tajani Il testo tornerà in Parlamento per il via libera. L’accordo tra Italia e Albania sui migranti firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia meloni e dal premier albanese Edi Rama si trasformerà in un ddl che sarà ratificato in Parlamento. È quanto spiega la risoluzione di maggioranza approvata ieri dalla Camera con 189 sì e 126 no dopo le comunicazioni, in mattinata, del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Comunicazioni dalle quali è subito emersa la necessità del passaggio parlamentare e dopo le quali le opposizioni hanno parlato di “giravolta” da parte del governo. Da due punti di vista differenti, però. Cioè presentando due risoluzioni distinte: la prima, firmata dai capigruppo di Pd, Italia viva, Azione, Alleanza Verdi Sinistra e Più Europa; la seconda, espressione del solo Movimento 5 Stelle.

L’Aula ha poi approvato all’unanimità, con 317 sì e nessun voto contrario, il dispositivo della prima risoluzione che prevede l’approdo in Parlamento del testo, mentre ha bocciato con 130 sì e 187 no le premesse della stessa risoluzione. La Camera, si legge nel testo firmato dai capigruppo di maggioranza, “impegna il governo ad adottare ogni iniziativa necessaria, anche tramite un disegno di legge di ratifica, per un’efficace e urgente attuazione del Protocollo” Italia- Albania sui migranti. Sottolineando poi che l’accordo “rappresenta una forma innovativa di cooperazione che potrà essere preso a modello per future forme di cooperazione in ambito migratorio anche con altri importanti partner” e che “la lotta all’immigrazione irregolare è una priorità che il nostro paese non può affrontare da solo, tanto più in una fase in cui il contesto internazionale accresce la pressione migratoria”.

Ma l’opposizione è andata all’attacco. L’accordo, spiega il testo targato Pd- Iv- Azione- Avs- PiùEu, “prevede aspetti di cruciale rilievo sul piano giuridico e immigratorio” e “la mancata ratifica dell’accordo con legge, pregiudicherebbe anche il possibile vaglio di legittimità della Corte costituzionale” . Il passaggio parlamentare è dunque necessario, e sul punto la maggioranza ha dato parere favorevole.

Un cambio di strategia accolto con soddisfazione dalle opposizioni. Per la leader del Pd, Elly Schlein, “il governo va a sbattere il muso sulla Costituzione” annunciando battaglia in Parlamento perché “questo accordo ha profili di violazione del diritto internazionale e della Costituzione”. Di “ravvedimento operoso” parla il segretario di PiùEuropa, Benedetto Della Vedova, mentre per il leader di Azione, Carlo Calenda, l’accordo non è altro che “fuffa elettorale a spese dei contribuenti”.

Il Movimento 5 Stelle ha preferito invece presentare una sua risoluzione perché, spiegano fonti pentastellate, “oltre alla questione Albania” il testo “tratteggia in maniera più articolata la questione immigrazione e rilancia i capisaldi della nostra terza via”. La lettura del Protocollo, si legge nella risoluzione, “lascia oscuri non pochi aspetti della vicenda, in primis la sua base giuridica, la compatibilità con l’ordinamento giuridico nazionale e comunitario”, nonché “alle successive azioni e misure che saranno intraprese, non definite, ma solo genericamente menzionate”. Il deputato Alfonso Colucci ha parlato di “una redenzione di Tajani, se non la vogliamo chiamare una giravolta”. La risoluzione è stata poi votata per parti separate alla Camera e alcuni punti sono stati approvati dall’Aula.

Ma il botta e risposta è andato avanti per buona parte del pomeriggio. Da un lato, Forza Italia che parla di un governo “che agisce e porta a casa risultati” e la Lega che descrive l’Italia come “di nuovo protagonista nel Mediterraneo”; dall’altro, Sinistra Italiana che commenta la decisione sulla ratifica come “una vittoria del Parlamento” e Italia viva che parla di “una goccia nel mare” perché l’accordo “riguarderà tremila persone e il trasferimento in Albania sarà gestito interamente da personale italiano”. Una discussione che, a questo punto, proseguirà quando il ddl di ratifica arriverà in Parlamento.